Vittorie alate all'interno della Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.

Befreiungshalle, per non dimenticare Napoleone

18 è il numero della vittoria

Nell’articolo sul Walhalla abbiamo menzionato come quell’edificio fosse stato dedicato da Ludovico I a ‘tutti i tedeschi, qualunque sia la loro tribù’.

Il Walhalla era stato inaugurato il 18 ottobre del 1842 (data della sconfitta di Napoleone a Lipsia) ma Ludovico, dopo la cerimonia, era rimasto in zona e si era trasferito su una collina vicina, dove il giorno dopo aveva posto la prima pietra di una nuova e grandiosa costruzione che voleva vedere realizzata.

Lui, seguendo l’idea innovativa e quasi utopica di una riunione dei popoli di lingua tedesca sotto una stessa grande bandiera, spinse al massimo sull’acceleratore del nazionalismo e per questo decise di far erigere la Befreiungshalle o Sala della Liberazione.

Liberazione da cosa, chiederete voi?

Ma da Napoleone, ovviamente!

Se non ve lo ricordate, potete andare a rileggervi l’articolo sul Walhalla, dove parliamo dell’odio del Ludovico per il Bonaparte e delle sue ragioni.

Erano state le sconfitte inferte ai tedeschi da Napoleone a creare il clima di malcontento generale nei paesi dell’Europa centrale, quindi era ovvio che celebrare le grandi vittorie sul francese fosse il giusto contraltare per risollevare gli animi… o almeno Ludovico la pensava così, visto che per la posta della prima pietra della Befreiungshalle compose pure un canto corale a quattro voci che diceva più o meno così (in una traduzione molto libera della Kry che non sa una parola di tedesco):

Veduta esterna della Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Esterno della Befreiungshalle

Salute a voi, uomini coraggiosi, guerrieri coraggiosi, che vi siete guadagnati

la corona degli eroi.

Salute a voi, tedeschi fedeli, vincitori coraggiosi!

Le vostre azioni brilleranno per sempre.

Eravamo circondati da ombre oscure,

e la Germania si era dissolta;

L’avete riportata in vita.

Vittoriosa, essa torreggia di nuovo alta e gloriosa!

La discordia che ci ha vergognosamente incatenato,

non sarà mai e poi mai dimenticata,

Solo il riunirci ci ha salvato,

donando alla nostra patria la vittoria e la gloria.

Per i tempi futuri

legateci sempre nel santo vincolo dell’unità,

fatelo penetrare nell’anima tedesca,

e la nostra patria rimarrà così imbattuta.

Vittorie alate nella Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Vittorie alate all’interno della Befreiungshalle
Vittorie alate viste di spalle all'interno della Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Vittorie alate e galleria superiore
Statua che raffigura la Turingia alla Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Statua della Turingia

Sempre per riaffermare l’ovvio, il numero diciotto è quello su cui si basa tutta questa costruzione ma non solo per la data della battaglia di Lipsia, perché il caso volle che anche la battaglia di Waterloo si fosse svolta il diciotto del mese, e per collegare questo numero che fu fatale a Napoleone, diciotto erano anche le antiche tribù germaniche che, nell’ottica del nazionalismo tedesco, si erano riunite per sancire la caduta del Bonaparte.

Le incarnazioni di queste diciotto tribù sono impersonate dalle monumentali statue di donne che decorano l’esterno e che si riconoscono grazie alle simpatiche targhe esplicative che portano in mano.

Il numero diciotto continua a ripetersi anche all’interno, nelle 54 colonne e pilastri (18×3), nelle 36 doppie colonne della galleria (18×2) e nelle 18 iscrizioni dedicate ad altrettanti generali e fortezze conquistate a Napoleone.

A nostro parere però la cosa che davvero rende l’idea della grandezza e della magnificenza di questo monumento sono le dee della vittoria che circondano tutto il piano terra, tenendosi per mano. Tra loro sono posti degli scudi di bronzo dorato che furono ottenuti fondendo i pezzi di artiglieria presi nelle varie battaglie contro Bonaparte. In un certo senso questi scudi irridono Napoleone, perché anche lui aveva a suo tempo usato lo stesso mezzo propagandistico quando aveva eretto a Parigi la colonna di Place Vendome, utilizzando l’artiglieria che aveva preso nella battaglia di Austerlitz contro gli austriaci e i russi.

Nazionalista ma avaro

Anche se Ludovico dopo la sua abdicazione se ne era andato a vivere tra Nizza e l’Italia, ovviamente tornò in patria per assistere all’inaugurazione della sua Befreiungshalle.

Aveva settantasette anni ma il tempo non aveva cambiato i suoi ideali ed era ancora un fervente sostenitore dell’unità tedesca. Non sappiamo quanta parte abbai avuto Ludovico nell’organizzazione dei festeggiamenti di quattro giorni per l’inaugurazione della Befreiungshalle, ma di certo si propose ai presenti come una specie di anfitrione.

I festeggiamenti cominciarono la prima sera ammirando la Befreiungshalle da dei battelli a vapore che navigavano sul fiume sottostante, mentre il cielo era rischiarato da fuochi artificiali e la costruzione era illuminata dalle torce. La sera successiva Ludovico salutò i convenuti con l’appellativo di ‘vecchi compagni d’arme’ e poi li condusse sul sentiero che portava alla Sala della Liberazione, dove li accolse con queste parole:

“Benvenuti, coraggiosi guerrieri della lotta per la liberazione, benvenuti a tutti. Quello è stato il momento più glorioso della Germania e vogliamo tenercelo stretto. Posso solo ribadire ciò che ho fatto scrivere qui, nella sala della liberazione: che i tedeschi non dimentichino mai ciò che è stato necessario fare durante la lotta di liberazione e come abbiamo raggiunto la vittoria.”

Vittorie alate con scudo nella Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I di Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Scudo di bronzo tra le vittorie alate
Motto sul pavimento della Befreiungshalle (sala della liberazione) costruita da Ludovico I in Baviera. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Scritta sul pavimento della parole di Ludovico I

E queste sono, in effetti, le stesse parole che Ludovico aveva fatto mettere proprio al centro della grande sala della Befreiungshalle.

Abbiamo ormai dedicato diversi articoli a Ludovico I e forse in futuro gliene dedicheremo altri, perché i monumenti che questo re ha fatto costruire sono stati davvero tanti e tutti meritano una visita, ma per concludere ricorderemo solo un piccolo fatto su di lui: era un avaro.

Si dice che in vita sua abbia speso pochissimo per se stesso, tanto che indossò per molti anni la stessa veste da camera senza mai farsene confezionare una nuova. Fu tirchio anche con sua moglie, che viveva con una misera rendita, e con la sua famiglia.

Per contrapposizione però Ludovico fu sempre pronto a spendere e spandere quando si trattava del suo regno e del suo sogno di una Germania unita…

… e vabbe’, sì, okay, ammettiamolo… pure per le sue amanti era disposto a spendere cifre enormi ma è ingiusto ricordarlo solo per quello, no?

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