Cosa si può trovare in 245 kilometri di tunnel sotterranei?
La leggenda di Kinga
Tutto cominciò molto tempo fa, quando una ragazzina che viveva nel lontano regno di Ungheria, e che era troppo giovane per essere mandata in sposa, fu fidanzata con il regnante della lontana Polonia.
La ragazzina si chiamava Kinga ma in italiano potremmo probabilmente chiamarla Cunegonda, un nome che da solo già richiama il medioevo e, infatti, eravamo proprio nel milleduecento.
Quando Kinga fu un po’ più grande, il padre decise che era ora di mandarla dal suo futuro sposo e così le fece preparare una dote degna di una principessa qual era. Kinga però disse al padre che non aveva intenzione di raggiungere il fidanzato ricoperta di oro e gioielli perché di quelli, il suo futuro marito, ne aveva già in abbondanza e lei avrebbe preferito qualcosa di diverso.
Il padre di Kinga si scervellò per un po’, cercando di pensare a che cosa potesse mancare al re di Polonia, e così decise che sua figlia avrebbe avuto come dote una grande miniera di sale che si trovava nei Maramureș, in quella che è l’odierna Romania.

Kinga era contenta dell’idea del padre perché sapeva che il sale era prezioso e che sarebbe servito non solo al re di Polonia ma anche a quelli che sarebbero presto diventati i suoi sudditi, però si preoccupò perché la miniera era lontana dalla terra dove lei era diretta e di certo sarebbe stato un lavoro lungo e scomodo trasportare il sale da lì.
Così la giovane Kinga andò a visitare la miniera e, sotto gli occhi attoniti dei nobili del suo seguito, si tolse il prezioso anello di fidanzamento che le aveva regalato il suo promesso sposo e lo buttò in un profondo pozzo, poi partì per la Polonia.
Dopo le nozze Kinga chiese a suo marito di visitare il regno e a un certo punto si fermò quando vide un blocco di sale affiorare dalla terra. Chiese agli uomini di scavare quella roccia e quando lo fecero al suo interno trovarono nientemeno che l’anello di fidanzamento di Kinga… poi continuarono a scavare perché, per miracolo, la miniera di sale era arrivata fin lì! Dopo di allora Kinga fu ritenuta Santa dal popolo polacco.
Questa è la leggenda di come nacque la miniera di sale di Wieliczka, vicino a Cracovia, dove ci troviamo oggi.

Cosa c’è in una miniera (a parte i tunnel)?
Ovviamente non si hanno notizie scientifiche di metodi di teletrasporto accertati per spostare un enorme giacimento di sale da un luogo all’altro ma, per quanto improbabili, tutte le leggende hanno un fondo di verità e può darsi che la giovane Kinga avesse portato in dote al suo futuro marito, Boleslao V, non una magica miniera ma abili minatori che sapessero come ricavare il sale che si trovava in abbondanza in quelle terre.
Di certo sappiamo che qui il sale veniva raccolto fin dai tempi più remoti, bollendo l’acqua di alcuni laghetti salati che si trovavano nella zona, ma l’estrazione mineraria vera e propria iniziò proprio nel periodo di Kinga.
Dopo di allora, poiché il sale era un bene davvero prezioso, ogni regnante continuò a far scavare la miniera e ad arricchirsi grazie al prezioso minerale.
Ora, la leggenda di apertura era divertente, vero, ma questa è una miniera, quindi che cosa c’è da dire?
In realtà c’è moltissimo di cui parlare perché questa miniera divenne una meta turistica molto apprezzata fin dalla fine dell’ottocento, anche se pure prima di allora sono stati tanti i nomi celebri della storia che l’hanno voluta visitare, uno fra tutti l’astronomo Niccolò Copernico.
Come se non bastasse nel 1978 questa miniera è stata iscritta nella lista dei patrimoni dell’umanità protetti dall’UNESCO e da allora la sua fama ha continuato ad attirare visitatori da ogni angolo del globo.
Ma quindi? Che cosa c’è da vedere in ‘sto posto?
Tanto per cominciare dovete sapere che la miniera scende fino a 327 metri di profondità e comprende, in totale, 245 chilometri di cunicoli sotterranei, spesso sovrapposti gli uni agli altri; la parte visitabile dal pubblico è solo il 2%… anche perché, onestamente, chi vorrebbe percorrersi 245 chilometri a piedi sottoterra?
Già così i tour della miniera sono belli lunghi, perché prevedono una scarpinata di tre chilometri e mezzo nel corso di svariate ore di visita, durante le quali potrete vedere cose che, onestamente, noi non ci aspettavamo di trovare.


Prima di parlarvi di quello che non ci aspettavamo, parliamo però di ciò che invece tutti si aspettano perché sì, in questa miniera vedrete delle sceniche stalattiti e in molti punti il vostro itinerario incrocerà laghi sotterranei, la cui acqua è così satura di sale che il suo colore verde-azzurro vi farà pensare che ci abbiano buttato dentro della vernice.
Ci sono poi i lunghi corridoi, dove il vento è onnipresente e che per questo sono chiusi da mille porte. Si entra in una tranche del tunnel e poi si deve chiudere la porta per aprire la successiva perché in alternativa un incredibile effetto “tappo” impedirà di proseguire.
E poi c’è la cosa dei cavalli… no, non ci sono più cavalli in questa miniera ma ci sono stati per secoli. Venivano fatti scendere tramite dei macchinari che sembrano trappole e che li facevano scendere in verticale. Gli animali avevano qui sotto stalle, gli veniva portato il fieno e, dal momento in cui erano calati nella miniera, non rivedevano più la luce del giorno. Saremmo tentati di indignarci per questo se non fosse che al tempo anche i minatori probabilmente facevano la stessa vita.
Nonostante la miniera di Wieliczka fosse tra le più tecnologicamente progredite alla fine dell’ottocento, il lavoro era comunque ingrato e pericoloso, tanto che esistevano addirittura minatori specializzati nel cercare e bruciare le sacche di gas intrappolate nelle rocce per evitare le esplosioni.
E qui sotto oggi è ancora possibile vedere tutti i vecchi macchinari, che in alcuni casi sembrano strumenti di tortura, in uso nella vecchia miniera, le rotaie di legno (perché il ferro si sarebbe corroso a causa del sale), i carrelli e tutto il resto.
Passando invece alle cose sorprendenti… di certo non ci aspettavamo che qui si trovasse un centro medico specializzato nella cura delle malattie respiratorie, anche se a ben vedere non dovrebbe essere così strano perché l’aria della miniera è molto più pura e meno contaminata di quella della superficie!
C’è poi una caverna artificiale, alta ben 50 metri, che fu usata durante la seconda guerra mondiale per assemblare parti di aerei da guerra ma che, più recentemente, ha visto una piccola mongolfiera sollevarsi per il primo volo sotterraneo di questo tipo… senza parlare del fatto che, con la sua incredibile altezza, è stata usata anche per il Bungee jumping in interni!


Tra le cose sorprendenti possiamo di certo annoverare anche una sala da conferenze che è stata usata dai più grandi statisti del mondo nel corso del secolo scorso e che oggi ospita grandi feste di capodanno… ammettiamo che un po’ saremmo curiosi di passare la fine dell’anno in questo posto!
La cappella di sale
E poi arriviamo alla cosa più sorprendente di tutte (quella che in realtà attira l’attenzione dei visitatori quando guardano le foto della miniera di sale di Wieliczka): la cappella di Santa Kinga, che si trova a 101 metri sotto terra e fu fondata nel 1896. E’ sorprendente vedere questo spazio, lungo di più di cinquanta metri e alto dodici, illuminato da lampadari fatti con cristalli di sale e decorato con statue di sale.
E molte di queste statue, come anche le altre che incontrerete durante la visita, sono state realizzate da scultori che spesso erano anche minatori e, forse per questo, sembrano in qualche modo più reali e adatte a questo luogo. Un’altra particolarità di questa cappella sotterranea è la sua acustica: è così buona che qui vi si tengono concerti.
Se vi venisse la balzana idea di sposarvi qui, sappiate che è possibile ma c’è una lunga lista d’attesa perché, a quanto pare, l’idea di prendere marito o moglie in una miniera non manca di fascino!


Giovanni Paolo II, la Kinga e la burocrazia
Ovviamente, essendo una cappella in Polonia, c’è anche una statua di Giovanni Paolo II che, come tutti vi ricorderanno in ogni angolo di questo paese, fu il primo Papa polacco della storia… e credetemi, lo dicono tutti in quel modo un po’ maniacale che vi fa capire che la Polonia è più che pronta a sopportare l’onere e l’onore di dare al mondo un secondo Papa polacco!
La statua in questione però non è qui solo a causa dell’ammirazione di questa nazione per Wojtyła ma anche perché la miniera di Wieliczka è debitrice a questo Papa per aver canonizzato Santa Kinga, la sposta-miniere!
Eh sì, perché sebbene questa tizia fosse riuscita a smaterializzare un’intera miniera di sale dalla Romania e a farla comparire in Polonia e sebbene avesse deciso, insieme al marito, di mantenersi pura e casta per tutta la vita, questo non bastò perché i papi del suo tempo la facessero Santa.
Le suore clarisse avevano fatto un primo tentativo di spiegare al Papa quanto fosse Santa la regina Kinga già nel 1329 ma da Roma avevano fatto orecchie da mercanti.
I polacchi però mantennero sempre vivo il ricordo della regina sposta-miniere e così ritentarono di farla canonizzare nel 1600 approfittando dell’anno giubilare, ma non se ne fece niente.


Si ritentò per tutto il diciassettesimo secolo, mandando pesanti plichi che attestavano tutti i miracoli di Kinga corredati dalle testimonianze dei miracolati e tutto quel certosino lavoro di archiviazione portò quantomeno alla beatificazione della regina sposta-miniere… ma di farla Santa ancora non se ne parlava.
Dopo la morte del marito la Kinga si era ritirata nel Monastero delle Clarisse a Stary Sącz e aveva passato gli ultimi anni di vita senza più accettare appellativi nobiliari; deve aver lasciato di sé un ricordo indelebile in quel posto perché nel diciottesimo secolo la badessa di quel monastero ritentò ancora una volta di far avviare il processo di canonizzazione.
Furono spediti tomi interi contenenti tutto il possibile su Kinga, sulla sua storia e sui suoi miracoli. Purtroppo Roma è Roma e, come tutti sappiamo, nella città eterna gli azzeccagarbugli abbondano da sempre, così dal Vaticano risposero alla badessa di Stary Sącz che la compilazione di certi documenti era errata e il processo di canonizzazione si bloccò di nuovo.
Insomma, sembrava proprio che non ci fosse speranza di far diventare Santa per la regina sposta-miniere, ma poi nel secolo scorso arrivò il primo Papa polacco della storia e, chissà come mai, la strada per il processo di canonizzazione della Kinga si appianò e finalmente la regina divenne Santa nel 1999 e Giovanni Paolo II, durante un viaggio in Polonia proprio quell’anno, volle celebrare una messa solenne in suo onore nel monastero di Stary Sącz.
Anche se quel monastero è legato alle vicende della vita della Santa, il suo miracolo più noto fu lo spostamento della miniera di Wieliczka ed è per quello che le reliquie della Santa sono custodite proprio qui, nella cappella sotterranea a lei dedicata.
Re, quasi re e boss girl
Anche se Kinga è di certo il personaggio più importante legato a questo luogo, troverete qui molte altre statue d’importanti personaggi della storia, tutti immortalati nel sale dai minatori-scultori, e noi vogliamo concludere dandovi una rapida panoramica di questa personalità.
C’è la statua di Casimiro III il Grande, il re che rese la Polonia una vera potenza. Di lui si dice che salì al trono di un regno fatto di legno e lo lasciò fatto di pietra, nel senso che molte città prosperarono e s’ingrandirono e che nuove costruzioni sorsero ovunque, durante il suo tempo come regnante… e indovinate un po’ da dove, il buon Casimiro, prese i soldi per fare tutto questo… ma dalla vendita del sale di questa miniera, ovviamente!


Un altro nobile ricordato da una statua in questa miniera è Francesco Carlo d’Asburgo-Lorena, uno che sarebbe dovuto diventare Imperatore ma che, quando ne ebbe la possibilità, lasciò invece il trono al figlio, il più celebre Francesco Giuseppe che poi sposò l’amata Sissi. Il Francesco Carlo è celebrato a Wieliczka perché un giorno ebbe la fantasia di provare a essere un minatore: si travestì e scese nella miniera lavorando come se fosse un popolano qualunque. Per anni la botte contenente il materiale da lui scavato fu tenuta nella miniera come ricordo ma oggi non è più presente, anche se non sappiamo quando fu rimossa e dove sia finita.
E per concludere, visto che le storie di boss girl vanno per la maggiore, troverete anche una targa che ricorda Magdalena Bendzisławska, la prima donna della storia polacca a ottenere un diploma di chirurgo nel 1698. Forse voi, sentendo la parola “chirurgo”, penserete a un dottore specializzato ma in realtà a quel tempo la definizione corretta era “cerusico”. La Magdalena, come tale, faceva tutto ciò che ci si poteva aspettare da una nella sua posizione: estraeva denti, immobilizzava fratture, suturava… il tutto nella sua bottega che si trovava proprio qui, appena fuori dalla miniera, dove lavorava alacremente per rattoppare gli uomini che passavano la maggior parte della loro vita in questi cunicoli e, nonostante ciò, a lei la statua non l’hanno fatta!
Per approfondire:
Informazioni pratiche:
L’angolo dello shopping:
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Ma la meraviglia di queste sale?
Vorrei visitare subito, immediatamente questo posto incredibile!
A noi è piaciuto molto nonostante fossimo partito davvero poco convinti!
La bellezza della miniera di Wieliczka è incredibile: se si visita questa zona di Polonia non si può non visitare! Io poi sono laureata in mineralogia e quindi l’ambiente della miniera è proprio il mio ambiente naturale! Che sogno poterla vedere!
Ho il dubbio che, per quanto interessante, potrebbe deluderti perchè i minerali esposti e visibili durante la visita sono pochissimi e sacrificati a una misera vetrinetta mentre il tutto è più incentrato sui metodi di estrazione mineraria e sull’archeologia industriale…🤷♀️
La miniera di Wieliczka è di gran lunga il posto che più mi piacerebbe vedere in Polonia, paese relativamente vicino, ma dove non sono mai stata, forse perché usano troppe consonanti perfino per noi sloveni, non so! 😀 Comunque posto davvero notevole e interessanti le storie di Kinga. Spero solo di riuscire ad andarci prima del secondo papa polacco! 🙂
In effetti pure noi che siamo negati in tutte le lingue ci siamo accorti che i polacchi sono un po’ oltre… stiamo ancora cercando di capire come si pronuncia Ł…😂
Avevo letto tantissimo sulle miniere di Wieliczka perché quando sono stata a Cracovia avevo intenzione di visitarle, ma poi non c’è stato tempo. Sapevo della cappella di sale, ma non conoscevo la storia di Kinga né sapevo che ci fosse un centro per la cura delle malattie respiratorie.
Io non ero così entusiasta perchè le miniere non sono proprio il mio, però mi sono ricreduta perchè è una visita davvero interessante!
Un vero gioiello di cristalli di sale, questa miniera. La leggenda di Kinga ha catturato subito la mia attenzione ma mi ha anche un pò fatto riflettere sulla futilità della dote, che in alcune regioni della nostra nazione invece ancora ha un peso enorme, fondamentale per un buon matrimonio. Chissà se una donzella dei nostri tempi avrebbe mai il coraggio di gettare l’anello di fidanzamento e di portare con se solo una confezione di sale!!!
La dote E’ IL MALE!!
Devi capire che la madre e la nonna di mio marito, avendo solo lui e non volendo arrendersi all’idea di non potergli preparare una dote, gliela hanno fatta lo stesso!
Me lo hanno consegnato con 7 set da 12 di bicchieri di cristallo, 4 set da 12 di piatti, set di ceramiche da forno, padelle, pentole, asciugamani a profusione, lenzuola, canovacci… e probabilmente altro che non ricordo.
Sono ANNI che cerco di rompere roba per poterla finalmente sostituire con qualcosa scelto da me!!!!!😭
Non sapevo esistesse ancora la dote (perdonate la mia ignoranza in materia), comunque mi ha fatto molto sorridere il fatto che tu abbia contato minuziosamente tutti i pezzi, mi è sembrato di leggere una di quelle promozioni da televendita 🙂
Non è che esista… diciamo che ci sono madri e nonne che si divertono come matte a comprare roba in preda a deliri da shopping compulsivo, altre sferruzzano e uncinettano la qualunque e altre ancora riscoprono una passione sfrenate per art-attack, il tutto in nome del benesse futuro dei loro creaturi.
Tutto ciò si traduce nel fatto che poveri esseri, che già hanno sulle spalle lo stress di dover infilare un consistente numero di parenti, amici e invitati vari in una sala che non ha lo spazio minimo richiesto da varie ordinanze cautelari in essere tra i presenti, non possano nemmeno sfogarsi scegliendo cose in colori ridicoli e assurdi da infilare in una sostanziosa lista nozze.
Per sopravvivere a tutto ciò i poveri esseri alla fine decideranno che
A) bisogna risposarsi più volte invitando un numero limitato di persone pari a 2
B) La lista nozze deve necessariamente contenere un viaggio di minimo 3 settimane.