Le due Katharina del castello di Riegersburg
Il Liechtenstein esiste davvero?
Parliamo un momento dell’Emanuel, un uomo di 43 anni che fa il dottore e ha moglie e figli. Fin qui nulla di strano. L’Emanuel però ha pure un cognome e quel cognome è Liechtenstein.
Ora, voi avete presente il Liechtenstein? E’ quello stato che nessuno si ricorda mai bene dove si trova e che spesso viene scambiato con il Lussemburgo. Alcuni millantano di esserci passati in auto andando di qui o di là, altri addirittura osano dire di essersi fermati proprio lì a prendere un caffè. Nient’altro. Il nulla. Viene quasi da chiedersi se il Liechtenstein esista davvero.
Ebbene sì, esso esiste ed è un principato, ma noi oggi non ci troviamo lì. Siamo in Austria, a Riegersburg, dove vive l’Emanuel e dove si trova il castello che ha ereditato.
Son cose che possono succedere se il tuo prozio è il principe di un paese dopotutto!
Storicamente il castello di Riegersburg non apparteneva alla famiglia Liechtenstein ma divenne loro quando lo comprarono ad un’asta pubblica nel 1822.
Forse al tempo era stato un grande investimento immobiliare ma, leggendo in giro le interviste rilasciate dall’Emanuel, al giorno d’oggi è più un debito che un credito, soprattutto perché durante la seconda guerra mondiale il castello fu preso dai russi che non lo lasciarono nelle migliori condizioni e i restauri furono lunghi, costosi e… non sono ancora finiti!


La caccia alle streghe è sempre di moda!
Per tenere in piedi un castello così grosso servono soldi ma per fortuna l’Emanuel ha buon fiuto e così, anche grazie al successo di una mostra sulla caccia alle streghe che si tenne qui qualche anno fa, adesso il castello è un’apprezzata meta turistica con all’interno un museo stabile sulla stregoneria, argomento che piace sempre, si sa!
Ma, viene da domandarsi, cosa c’entra Riegersburg con la caccia alle streghe? Ecco dovete sapere che nel 1673, un po’ in ritardo rispetto ad altri posti, qui ci fu un bel momento di collettiva paranoia con conseguente colpevolizzazione del diavolo per i mali del mondo e rapida traslazione della colpa sui suoi servitori terreni. Tutto molto bello, agreste e bucolico!
Bucolico come le campagne circostanti a Riegersburg che erano state devastate dagli assalti turchi per molti anni, lasciando la popolazione in condizioni miserevoli. Se a questa situazione di partenza aggiungete qualche anno di raccolti persi per cause stagionali e la morte, solo l’anno precedente, di Katharina Elisabeth von Galler, la governante che aveva mantenuto la pace e la stabilità del circondario per anni, capirete perché quel posto era, in pratica, una polveriera in trepidante attesa della sua amata scintilla.

Stranamente, rispetto ad altre narrazioni di storie simili, la prima scintilla non fu causata da una donna ma bensì da un parroco, tale Gregorius Agricola, che era arrivato da poco nella zona e subito era caduto in disgrazia e additato come colpevole. Fu arrestato e imprigionato ma morì prima di poter essere condannato mentre tutte le persona da lui battezzate, anche nella sua precedente parrocchia, dovettero ripetere il rito in quanto ritenuto invalido a causa delle accuse di stregoneria sul prelato… immaginatevi il casino che si era venuto a creare solo a causa di questo tizio che magari non era risultato simpatico alle vecchie beghine di paese!
Però il popolo non aveva avuto il bel rogo che desiderava, così la cosa continuò e intere famiglie furono sterminate solo per sentito dire, sospetti o antipatie.
Per la caccia alle streghe venne pure rispolverato il Malleus Maleficarum o Martello delle streghe, un trattato della fine del quattrocento che a quel punto era un po’ datato ma ancora ritenuto valido e che copriva una vasta serie di casistiche e spiegava in dettaglio come affrontarle. Riassumendo al massimo si agiva così:


- Senti un pettegolezzo e indaga arrestando la persona sospettata.
- Per interrogarla usa ferri roventi o altro metodo di tortura.
- Se nega sotto tortura sappi che lo fa perché è stregata, quindi non crederle e torturala di nuovo.
- Quando la persona sospettata confessa, condannala a morte. Se non confessa condannala a morte lo stesso perché ovviamente è sotto l’influenza del diavolo e comunque qualcosa, a quel punto, l’avrà confessata.
- Grande raduno con pira finale che allieta grandi e piccini.
In questo momento di uccidi-uccidi e ammazza-ammazza fu arrestata una povera sarta che, pur di confessare qualcosa, disse di non essere lei la strega ma di esserne stata vittima poiché la moglie dell’amministratore del castello, Katharina Paldauf, le aveva ucciso il figlio per poi buttarlo nel pozzo. Non sappiamo che fine fece la sarta ma gli inquisitori chiesero in giro notizie (pettegolezzi) su questa Katharina e il fornaio del paese disse che di certo poteva invocare la grandine, mentre altri spiegarono che la donna era in grado di far germogliare fiori in inverno e così, su queste solide basi, la Katharina, sebbene fosse una persona di rango, fu arrestata e interrogata.
Dopo averle fatto ottenere un appuntamento intimo con i ferri arroventati, gli inquisitori scoprirono diverse cose sulla donna, come per esempio che era in grado di avere eccessi di rabbia estremi, durante i quali bestemmiava dio così bene da far arrossire come mammolette diversi scaricatori di porto, ma di stregoneria non ce n’era manco l’ombra e così loro, fedeli al testo in uso, la torturarono di nuovo.
Diversi milioni di bestemmie dopo, la Katharina alla fine confessò di essere perseguitata dal diavolo in forma di animale e di aver partecipato ai Sabba insieme ai prelati di tre diverse parrocchie vicine.
A questo punto pare che gli inquisitori decisero di mettere a confronto la Katharina con i tre preti ma, caso strano, questa parte degli atti processuali andò perduta e non si sa bene che ne fu di quei tre, anche se dai registri di una delle parrocchie sappiamo che almeno uno di loro se la cavò invocando la protezione della chiesa.
Gli inquisitori, ora tranquillizzati dal fatto che il loro collaudato testo avesse di nuovo dimostrato la sua validità, concessero alla Katharina, anche in virtù del suo rango, di essere prima ammazzata e solo dopo pirolisa. Giustizia era stata fatta. ALLELUIA


Molti hanno ipotizzato che la Katharina avesse in effetti il potere di far germogliare piante in inverno, ovviamente aiutata dal fatto che, essendo la moglie dell’amministratore del castello, aveva accesso a una specie di giardino d’inverno o qualcosa di simile, così divenne famosa post mortem come “La strega dei fiori”.
La bisbetica dalla causa facile
Questa donna però non è la sola a dare lustro e fama al castello perché anche l’altra Katharina, quella che aveva governato queste terre per diverso tempo prima che cominciasse la caccia alle streghe, era un bel tipo.
In molti articoli in giro per l’internetto, Katharina Elisabeth von Galler viene descritta come la prima attivista per i diritti delle donne ma a noi sembra la solita affermazione estrema intesa a fare click bait, anche se di certo non possiamo negare che la Katharina fosse una che sapeva il fatto suo, e che era ben pronta a dare battaglia per far valere, se non i diritti di tutte le donne, quantomeno i suoi.

Era la figlia di ricchi (e nobili) mercanti ma divenne baronessa quando sposò Freiherr Hans Wilhelm von Galler a ventitre anni. Forse perché i suoi erano gente abituata alle trattative, nel suo contratto di matrimonio fu messo in chiaro che la Katharina poteva disporre dei suoi beni come più le piaceva, senza l’interferenza del marito. Fu una buona cosa perché il suo sposo non era uno che sapesse amministrare i suoi soldi e viveva perennemente indebitato, tanto che quando nel 1648 alcuni parenti della Katharina morirono appioppandole la proprietà del castello di Riegersburg, lei ci si trasferì e lasciò il marito a Graz.
Il castello, sebbene si trovasse in una posizione appetibile dal punto di vista militare, essendo costruito su un alto dirupo vulcanico, versava in cattive condizioni, così la nuova castellana avviò in fretta grandi lavori di restauro e, soprattutto, di fortificazione, visto che il circondario era spesso meta di razzie da parte di Turchi e Ungari.
Ci prese così tanto la mano, a costruire e ristrutturare, che addirittura nella sala bianca, un salone da pranzo estivo in stile barocco che fece costruire da artigiani italiani, si può leggere una targa dove la Katharina, o Gallerin come veniva ormai chiamata, fece scrivere:
“Costruire è un mio piacere, pur sapendo che costa un sacco di soldi.”


Quando nel 1650 l’inutile marito della Katharina morì, la lasciò in una situazione precaria perché, secondo gli usi del tempo, avrebbe dovuto esserci un uomo a governare. L’unico nei paraggi era il marito della figlia, con il quale però la Gallerin aveva una tipica relazione suocera-genero, così si trovò un nuovo marito e andò in causa con il genero per il possesso del castello.
Da quel momento in poi la Katharina acquisì, con i punti esperienza risparmiati negli anni, l’abilità “gestione controversie legali” e da lì in poi fece causa a chiunque la intralciasse, senza nemmeno un briciolo di esitazione.
Sepolto il secondo marito se ne fece un terzo. Forse lei sperava nel toyboy, avendolo preso di trentasette anni più giovane, ma le andò male e si ritrovò con l’ubriacone sfaticato e così… via! Di nuovo in tribunale! Chiese il divorzio in un’epoca in cui una cosa del genere non era nemmeno pensabile e lei invece non solo la pensò ma la scrisse per bene, presentando una lista di 34 punti per esplicare al meglio perché il terzo marito era indegno.
A tutte queste vicende aggiungetevi che era in perpetua lite con i parroci del circondario perché, insieme al castello, aveva ereditato anche la gestione delle parrocchie, cosa che ai prelati non era andata giù. Il prete di Riegersburg cominciò a mettere in dubbio la sua moralità con i fedeli, cercando di sobillarli alla rivolta e lei, per tutta risposta, aprì una bella causa legale durante la quale sputtanò le frequentazioni illecite del prelato con la sua cuoca. Il litigio divenne così esplosivo che, per sedare la rissa, furono chiamati prima l’arcivescovo di Salisburgo e poi ben due imperatori uno in fila all’altro, Ferdiando III e Leopoldo I.
Le nuove e poderose fortificazioni del castello costruite da Katharina furono giudicate “le più possenti della cristianità” e così, anche se con tutto il suo litigare lei si era fatta la nomea di donna cattiva e burbera, il fatto che la gente del circondario potesse rifugiarsi nei terreni del castello in caso di incursioni nemiche le valse punti simpatia. E pensate che le mura erano così ampie che era possibile rifugiarsi al loro interno non solo con le proprie famiglie ma anche con le pecore, i buoi, gli asinelli e tutto il presepe!


Durante la visita al castello potrete attraversare alcune delle sale che erano state la residenza di questa Katharina, con tanto di video dove si vedono la Gallerin e il parroco urlarsi accuse l’un l’altro!
Questa però è solo la parte storica di questo castello, perché l’Emanuel di cui parlavamo all’inizio, per renderlo più appetibile ai turisti, ha anche fatto aggiungere alcune di quelle cose che piacciono al grande pubblico, come spettacoli di falconeria, alcune rievocazioni storiche che si svolgono durante l’estate, la possibilità di salire al castello in arrampicata per scalatori esperti, un fabbro che lavora spade e metalli in loco e una piccola rivendita di vino prodotto dai vigneti che si trovano all’interno delle mura.
Ah già! E non dimentichiamo che per i più pigri, come noi, c’è la possibilità di salire in ascensore!
Per approfondire:
Informazioni pratiche:
L’angolo dello shopping:
(in qualità di affiliati Amazon otteniamo dei guadagni dagli acquisti idonei)
Wow, questo castello è una autentica meraviglia, non ne avevo mai sentito parlare. La sua location è eccezionale, così arrampicato su una roccia, e gli interni assolutamente strepitosi. Davvero bello!
Nemmeno noi lo conoscevamo! Ci siamo “incappati” mentre cercavamo cose da visitare nei dintorni di Graz ed è stato una piacevole sorpresa!
Amo i castelli, ne ho visitato diversi ma non in Austria, magari questo articolo è lo spunto per fare una visita. Questi racconti mi piacciono e mi interessa saperne di più.
Noi amiamo sempre i castelli, quindi in ogni itinerario ne infiliamo dentro qualcuno a forza… ovunque siamo! In Austria non ne ho visti molti e quindi non ti so dire se ce ne sono di particolari, sorry!
Amiamo i castelli e le storie che raccontano! Questa zona dell’Austria non la conosciamo molto, potrebbe essere interessante approfondire la conoscenza.
Nemmeno noi siamo molto pratici della zona (ci siamo passati solo di sfuggita) ma sembra un buon posto per qualche giorno di verde/montagna/ariafresca!
Adoro queste storie incredibili di cultura e ignoranza che dovrebbero insegnarci qualcosa, ma che troppo spesso sono ignorate e dimenticate. È cambiato qualcosa? Tra pettegoli e cacciatori di streghe, ancora oggi si tortura, non con i ferri roventi, ma con parole e indifferenza. Ero in quella zona prima di Natale e mi sono persa questa chicca.
A noi quella zona è piaciuta molto e probabilmente ci ripasseremo ancora perchè è verdissima e tranquilla… hai un articolo sul tuo giro di dicembre? Lo leggo volentieri così vedo cosa mi sono persa io!
Certo che quel testo era a prova di scemo, o le ammazzavi o le ammazzavi e poi bruciavi, fatto sta che anche se erano persone innocenti, confessavano atti assurdi pur di finire quel supplizio.
Yesss! E questo la dice lunga sull’intelligenza di chi doveva applicarlo…