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Innsbruck – Nobili alcolizzati e collezionisti di ciarpame

Sala Spagnola del castello di Ambras a Innsbruck (Austria). Foto sul blog di viaggi: Nerd in Spalla - viaggiatori poco seri

Wunderkammer o Cabinet of Curiosities

Imparare è divertente!

Lo dicono maree di insegnanti ai loro studenti che però, messi davanti alla scelta “studio o videogioco”, chissà perché reputano sempre più attraente la seconda opzione.

Certo, ci sono i giochi educativi ma sappiamo tutti che ogni zia o zio, che abbia osato infilare sotto l’albero di Natale un pacchetto ben incartato contenente uno di questi balocchi, ha sempre ricevuto un’accoglienza un po’ più freddina rispetto a chi ha regalato un coccodrillo gigante.

Le cose però non sono sempre state così e c’è stato un tempo, quando l’erudizione era ancora appannaggio di pochi, che il concetto di conoscenza era strettamente collegato al divertimento e all’intrattenimento, come ancora oggi ci ricordano le poche Wunderkammer o Stanze delle Meraviglie che sono giunte fino a noi.

Le Wunderkammer, che magari però conoscete come Cabinet of Curiosities visto che Guillermo del Toro ha usato da poco questa dicitura come titolo per una serie tv, erano quelle collezioni di rarità che suscitavano meraviglia e che erano possedute da re, nobili ed eruditi e che avevano il duplice scopo di intrattenere gli ospiti, in maniera che al tempo era ritenuta educativa, e di mostrare la potenza economica dei proprietari.

Questa statuetta del dio Pan ha la particolarità di avere 3 facce… le vedete?
Tra gli “artificialia” ovvero i prodotti creati dall’uomo, ci sono numerose opere d’arte come questo stemma su legno

Le rarità che venivano collezionate a quel tempo erano le cosiddette “mirabilia”, o meraviglie, ed erano dei più disparati tipi: “naturalia” o “artificialia” a seconda che fossero di origine naturale o create dall’uomo, oppure “scientifica” se erano strumenti in uno alla scienza o “exotica” per ciò che arrivava dai più remoti angoli del mondo.

Il concetto “naturalia”, o di meraviglia naturale, vi potrebbe essere più familiare perché ancora oggi, nell’era delle informazioni a portata di click, possiamo stupirci davanti a animali o vegetali dalle forse e dai colori più strani, mentre invece lo stupore davanti agli “artificialia”, o prodotti artificiali creati dall’uomo, potrebbero essere più difficili da comprendere e, per chi se lo chiedesse, rientravano in questa categoria opere d’arte di ogni genere, automi meccanici, serrature e un’altra varietà di cose di questo tipo.

Gli “exotica” invece, essendo oggetti provenienti da luoghi lontani e favoleggiati erano ovviamente destinati a generare stupore e questa passione per ciò che proveniva da altre culture non scomparve mai del tutto, trasformandosi prima nel fascino settecentesco per le cosiddette “cineserie” e evolvendo poi in tutta una varietà di oggetti oggi detti “etnici”.

Gli strumenti scientifici possono invece lasciarci un po’ interdetti ma dovete considerare che al tempo cose come telescopi o altri oggetti di misurazione scientifica non erano certo alla portata di tutti e la loro rarità li trasformava automaticamente in oggetti curiosi oltre che costosi.

Insomma, in parole povere entrare in una di queste Stanze delle Meraviglie avrebbe dovuto far sì che chi vi veniva invitato ne uscisse più dotto, oltre a dare a tutti i presenti vari argomenti di conversazione che erano ritenuti intellettualmente elevati.

La domanda da porsi ora è però questa: al giorno d’oggi, con la possibilità di vedere ogni cosa esistente in pochi secondi, queste wunderkammer riuscirebbero ancora a stupirci e a insegnaci qualcosa? O sono diventate delle polverose stanze ritenute perlopiù barbose?

Per rispondere a questa domanda siamo andati a visitare una delle più famose wunderkammer antiche ancora esistenti che si trova a Innsbruck, nel castello di Ambras.

Nella parte alta del castello di Ambras si trovava la residenza di Ferdinando II e di sua moglie Philippine Welser
Dalla balconata del castello basso si accede alla Wunderkammer

Collezionare cianfrusaglie

Prima di passare alla collezione vera e propria però ci fermeremo un momento a parlare di questo posto e dell’uomo che ha creato questa incredibile collezione: l’Arciduca Ferdinando II.

Il Ferdinando era il secondo figlio dell’imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando I d’Asburgo e, come secondogenito, non era l’erede diretto di suo padre, cosa che lo metteva nella comoda posizione di potersi fare i fatti suoi senza troppi problemi e lui approfittò biecamente di questa libertà.

A diciotto anni il Ferdinando fu spedito a Praga come governatore della Boemia e lì cominciò a collezionare quelle che a tutti gli effetti erano “stramberie” e si costruì pure un palazzo estivo dove tenere tutte queste cianfrusaglie. Per aumentare l’effetto di stupore generale poteva forse questo palazzo essere normale? Noooooo!

Fece così costruire il Letohrádek Hvězda il cui nome significa Palazzo Stella, perché questo posto era a forma di stella a sei punte. Ricordiamo ancora che quando lo visitammo, qualche annetto fa, il nostro primo pensiero fu “Certo che con tutti questi spigoli devi proprio farti fare i mobili su misura!”. Questo però non fu un problema per il Ferdinando e così sistemò il primo nucleo della sua collezione in questo singolare posto.

Il Ferdinando II aveva il tipico “labbro asburgico” ma con la barba non si vedeva tanto e sembrava pure un bell’uomo!
Si dice che Philippine Welser fosse una donna molto bella… in effetti dal ritratto lo sembra!

Anni dopo però, quando suo padre morì e suo fratello divenne Imperatore, il Ferdinando finì per governare il Tirolo e così dovette trasferirsi in loco.

La sua nuova dimora sarebbe stata il castello di Ambras ma questo posto era un vecchio maniero medievale, per nulla adatto alla vita di un nobile del rinascimento, così Ferdinando cominciò ad ampliarlo e, avendo nel frattempo raccolto un ingente numero di carabattole per la sua Wunderkammer, decise che sarebbe stato meglio avere uno spazio destinato a residenza e un altro da dedicare alla sua collezione in rapida espansione…

Si potrebbe essere tentati di pensare che questa divisione netta tra casa e sala hobby possa essere stata influenzata dalla moglie del Ferdinando, perché si sa che le mogli hanno la tendenza a dire cose del tipo:

 “Tieni le tue stronzate nel tuo capanno, Ferdinando, che io in casa non le voglio! Anche perché alcune di quelle robe mi fanno pure un po’ ribrezzo!”

Se lo avessimo pensato però ci saremmo sbagliati di grosso perché il Ferdinando aveva un legame matrimoniale considerato atipico sotto molti punti di vista.

L’Arciduca si fa la popolana! SCANDALO!

Lei si chiamava Philippine Welser, ma noi la chiameremo Filippa per brevità, e incontrò il suo futuro marito per la prima volta nel 1547 quando lui aveva diciotto anni e lei venti, e fu amore a prima vista.

O così ci raccontano i miti romantici che si sono creati in seguito su di loro perché, sebbene entrambi si siano trovati più o meno negli stessi posti in quel periodo, non ci sono prove certe che si siano mai incontrati o parlati.

Per essere certi che tra loro fosse scoppiata la scintilla dovremo quindi aspettare altri otto o nove e anni ma da quel momento al loro matrimonio passò davvero poco, e nel 1557 i due convolarono a nozze.

La Fillippa però era la figlia di un commerciante, quindi è facile intuire che non fosse esattamente una dama di grande rango, così il matrimonio tra i due fu tenuto segreto e il padre del Ferdinando lo scoprì solo dopo la nascita del primo figlio della coppia.

Se ci furono litigi a causa di questo matrimonio non lo sappiamo ma Ferdinando e l’imperatore suo padre giunsero all’accordo che l’unione dei due avrebbe continuato ad essere un segreto (di pulcinella) e che la Filippa non sarebbe mai comparsa al fianco del marito durante le funzioni pubbliche.

Una parte del giardino del castello che è stato recentemente ristrutturato per rispecchiare la disposizione rinascimentale
Alcune delle armature da giostra della collezione del Ferdinando

I due si dissero felici dell’accordo ma quando nel 1567 si trasferirono in Tirolo, il Ferdinando fece una mossa per assicurarsi che in caso di sua morte la Filippa non avesse problemi economici e così passò a lei l’intera proprietà del castello di Ambras e lui continuò a soggiornarvi come “gradito ospite” della moglie.

Visto che la proprietaria di tutto era la Filippa non possiamo dire che fosse infastidita dalla mania collezionistica del suo sposo, e mentre lui creava la sua wunderkammer lei si dedicava ai suoi hobby che erano la cura di un giardino di erbe e l’uso di queste per la produzione di medicinali che poi avrebbe distribuito ai bisognosi, cosa che ovviamente la rese amata dalla popolazione.

In tutto ciò la Filippa fu sempre descritta come una donna colta e appassionata e quando a Ferdinando fu offerto il trono polacco se avesse sciolto il suo matrimonio, lui si rifiutò e preferì tenersi la moglie che si era scelto.

Una coppia di festaioli alcolizzati

La Filippa dopotutto viene descritta come molto bella ma, a nostro parere, era anche una che si sapeva divertire parecchio, se no non si spiega come mai i due avessero fatto costruire in giardino una grotta apposta dove, durante le feste, gli invitati venivano incatenati a una sedia finché non avevano bevuto il loro “calice di benvenuto”.

I calici usati in queste cerimonie, più grandi per gli uomini e più piccoli per le donne, sono ancora visibili nella wunderkammer ed è anche possibile vedere, durante la visita, il libro che gli ospiti firmavano dopo aver superato la prova.

Se queste feste alcoliche non sono sufficienti a farvi credere che questi due amassero divertirsi, allora la presenza nel castello della sala spagnola diventa inspiegabile perché questo enorme e fastoso salone, lungo ben 43 metri, a noi sembra proprio un posto adatto alle feste, soprattutto perché era stato costruito in modo da rimanere indipendente dal castello, come a dire che va bene per gli ospiti fare casino lì ma preferiamo che gli ubriachi non ci entrino in casa… o almeno noi la vediamo così!

Come ultima prova di quanto fossero casinisti questi due, dovete sapere che erano anche soliti organizzare tornei cavallereschi, proprio quel genere di tornei che erano in uso fin dal medioevo.

Le giostre medievali non erano più di stampo militare al tempo del Ferdinando e della Filippa, perché le armature e le armi usate per questi giochi erano ormai state perfezionate non per la guerra ma per questo singolare uso “sportivo”, ma erano comunque un intrattenimento ancora molto in voga.

La Sala Spagnola in tutto il suo splendore
Il gigante di corte di Ferdinando II era alto 2 metri e 30 ma qui sembra ancora più impressionante perchè le armatura al suo fianco sono per bambini

Ovviamente il Ferdinando, da grande raccoglitore di ciarpame qual’era, non resistette e si mise a collezionare pure armature, da giostra e non, antiche e più moderne, fino a crearsi quella che oggi potremmo chiamare una “galleria dei costumi da cosplay”, dove sui manichini erano (e sono) esposte le armature originali appartenute a grandi condottieri del passato (o così si credeva).

Ma la Wunderkammer stupisce ancora?

E adesso, dopo aver dato un’occhiata ai suoi proprietari e al castello in generale, arriviamo FINALMENTE a parlare della Camera delle Meraviglie o Wunderkammer o Cabinet of Curiosities a seconda di come preferite chiamarlo.

La domanda iniziale era se una Wunderkammer possa a tutt’oggi stupire un visitatore smaliziato come ormai siamo tutti e noi pensiamo che la risposta sia sì. Queste camere assolvono ancora al loro compito anche se forse in maniera diversa rispetto al passato.

Vedere opere provenienti dall’estremo oriente, costruite con parti di corallo, non ci suscita nessuna meraviglia come invece accadeva in passato quando le popolazioni europee non erano mai venuti in contatto con un corallo e lo credevano una specie di riproduzione naturale dei vasi sanguigni umani, ma vedere per la prima volta dal vivo opere che si sono sempre e solo viste su uno schermo, o su una stampa, di certo fa provare un’emozione che possiamo tranquillamente definire di meraviglia.

Ci sono diversi dipinti in questa collezione che abbiamo visto mille volte in fotografia ma uno in particolare è un vero tormentone: il ritratto di Vlad Tepes, il noto condottiero al quale si dice fosse ispirato il Dracula letterario.

Alzi la mano chi non ha mai visto questo dipinto prima d’ora. Se siete più di tre ne saremmo davvero stupiti perché questo ritratto di Vlad l’Impalatore è stato davvero usato in ogni salsa, fosse questa rossa, verde o tonnata.

Bene, ora preparatevi a stupirvi ancora di più perché… questo ritratto, per quando antico, non è una rappresentazione reale di Vlad Tepes, in quanto è stato dipinto solo dopo la sua morte.

Restando in tema di ritratti, chi ama le curiosità di certo avrà già visto anche il ritratto di Petrus Gonsalvus, più  noto come “L’uomo dei boschi”. Anche il suo dipinto si trova qui, insieme ai ritratti dei suoi figli.

Quest’uomo divenne famoso in quanto affetto da ipertricosi e viaggiò in molte corti europee del tempo perché era considerato una “meraviglia”, nonostante non gli fosse concesso, a causa del suo aspetto e a discapito della sua intelligenza, il rango di essere umano.

Il ritratto di Vlad Tepes che chiunque ha visto almeno mille volte… no?
Il ritratto di Petrus Gonsalvus “L’uomo dei boschi”

Ci sono esposti in questa Wunderkammer una varietà di altri dipinti ma ora spostiamoci a vedere anche tutte le altre cose strane contenute nelle vetrine.

Il pezzo più ammirato è sicuramente il Tödlein, un piccola scultura in legno di pero che rappresenta la morte con arco e faretra e che è davvero incredibile sia per i dettagli che per la plasticità dell’opera, ma ci sono altre cose che ci hanno suscitato stupore, come lo squalo impagliato che abbiamo amichevolmente ribattezzato “Frankenstein” per le molteplici cicatrici da ricucitura, e delle curiose corna di cervo che spuntano da un grosso tronco d’albero.

C’è poi il piatto detto “dei folli”, un grande piatto di legno completamente decorato con scene che rappresentano la follia e che ci ha davvero conquistati con i suoi colori sgargianti e con la cruda narrazione che si può ammirare nelle scene dipinte. Al centro si trova la madre della follia e i suoi sette figli mentre sul bordo si trovano sette scenette che raccontano dei vari tentativi fatti per estirpare questo male dal mondo. C’è chi prova a fare buchi in testa al folle (con un’accurata anticipazione dei vari tentativi di lobotomia), chi prova a legarlo, a lavarlo, a fargli clisteri e altro ancora ma alla fine, nell’ottava scena, la follia rinasce da un campo seminato, a indicare che ogni tentativo fatto è stato infruttuoso e che anche chi li ha fatti è stato a sua volta un folle.

Il Tödlein, la raffigurazione della morte con arco e frecce, è una statuina in legno con dettagli impressionanti
Il “Piatto dei folli” in tutto il suo coloratissimo splendore
Alcune delle immagini sul piatto non sfigurerebbero su un manuale BDSM!

Per quanto questo piatto sia unico nel suo genere e di certo meriti di essere in questa collezione, è comunque bello notare che il Ferdinando non lo comprò solo per il suo valore artistico ma anche perché era stato prodotto nel paese natale della Filippa, alla quale lui ne fece dono.

Una fauna invadente…

Potremmo chiudere la nostra visita su questa nota romantica, aggiungendo solo che oggi i giardini del castello di Ambras sono abitati da imponenti pavoni che sembrano più che disposti a fare la ruota per la gioia dei fotografi… invece noi siamo viaggiatori poco seri e vi lasceremo con un’ultima riflessione finale.

Cosa fareste se, tornati al parcheggio, vi trovate sul tetto dell’auto questo pollo glorificato e troppo cresciuto?

Se ve lo state chiedendo: no, la macchina non era la nostra!
Il castello di Ambras è pieno zeppo di pavoni… sono un filo invadenti ma i fotografi li adorano!

10 commenti

  1. Hai un modo di scrivere molto intrigante e coinvolgente; ho letto il tuo articolo tutto di un fiato e mi è piaciuto molto. E bravo Ferdinando, è giusto che i secondogeniti si godano la vita 🙂

    1. Sempre grazie dei complimenti Teresa!
      … e sì, bravo il Ferdinando che si sapeva divertire! 🤣

  2. Loro sì che sapevano divertirsi e ricevere gli ospiti! Molto divertente, come sempre, la tua narrazione e anche la descrizione del cabinet de curiosité, Ne ho visti alcuni molto piccoli ed effettivamente ci sono le cose più stravaganti. per rispondere alla tua ultima domanda, io sarei fuggita di corsa perché i pavoni mi inquietano

    1. I pavoni sono stati un trauma per mio marito… me lo prendevano alla sprovvista urlandogli alle spalle e non faceva che saltare! 🤣

  3. Ricordo di aver visitato Innsbruck e il suo palazzo tantissimi anni fa ma di essere davvero rimasta incantata dalle meraviglie qui custodite! Le wunderkammer si diffusero molto nel mondo germanico e alcune sono davvero increbili, ricchissime di animali di ogni genere e di miscugli per mostrare quanto la natura poteva stupire: in una di esse ho visto anche una sirena, un neonato a cui hanno messo la coda… Non ti dico che impressione!

    1. La sirena non l’ho vista! So che c’è perchè ho letto un articolo da qualche parte ma… mi manca!
      In compenso cerco sempre di andare a vedere le camere delle meraviglie se ne trovo sui miei itinerari perchè sono sempre piene di cose interessanti che spesso non ho idea che possano essere esistite!

  4. Scopro sempre nuovi personaggi storici con voi, direi che FIlippa non conosceva ancora Marie Kondo o chissà cosa sarebbe rimasto della wunderkammer del povero Ferdinando. Di sicuro possiamo dire che era davvero innamorato di lei, visto che rinunciò al trono polacco.
    Non sapevo che il ritratto di Vald l’Impalatore fosse stato dipinto dopo la sua morte!

    1. Infatti… la Filippa era una come me… non come quell’invasato dallo spirito di Marie Kondo di mio padre!
      Pensa che io, prima di organizzare la visita, non mi ero nemmeno resa conto che il ritratto di Vlad Tepes si trovasse qui… pensavo fosse da qualche parte in Romania!

  5. Che piacevole accoglienza che riservavano agli ospiti. Dovrei procurarmi anche io sedie adatte e catene per legare gli amici e costringerli a bere un calice di vino prima di entrare in casa. Agli astemi ne farei scendere giù più di uno!

    1. Sarebbe in effetti una grande idea… e non capisco perchè nessuno abbia ancora messo in commercio sedie già predisposte!🤣

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