Il castello Scaligero come nei libri di Robin Hobb e George Martin
Gli Scaligeri erano dei cani!
Oggi siamo al castello scaligero di Soave. Bisogna specificare perché di castelli scaligeri ce ne sono diversi in questa zona!
Scaligero ovviamente è l’aggettivo che deriva dal nome della casata nobiliare dei Della Scala e fin qui nessun problema, ma dovete sapere che una delle particolarità di questa famiglia era avere nomi propri davvero inusuali.
Nemmeno l’inventiva di George Martin si è spinta così lontano da chiamare un suo personaggio con il nome proprio di “Mastino”, infatti il personaggio de “Il trono di spade”di nome fa Sandor e “Mastino” è solo un soprannome.
I Della Scala invece non si facevano problemi di plausibilità e quindi usarono davvero Mastino come nome proprio, come anche Cangrande o Cansignorio.
Ma perché questi tizi ce l’avevano tanto con i cani?
Ebbene, è presto detto: dovete sapere che inizialmente questa dinastia aveva avuto un Leonardino Della Scala, detto Mastino, ma poi ad un certo punto sul finire del milleduecento si erano diffusi nella zona i racconti dei viaggi di Marco Polo alla corte del Gran Khan, che in italiano era diventato in breve il Gran Cane.


Il Gran Cane, nell’immaginario collettivo, era un personaggi da favola, ricchissimo e potente oltre misura, quindi i Della Scala approfittarono del felice soprannome di Leonardino per dare il via a una loro personale dinastia di Cani e nobilitare così la loro famiglia millantando una qualche lontana parentela con i Khan mongoli.
Ovviamente avere un nome con Can era un buon modo per essere sulla bocca di tutti perché, dai! Questi erano veneti e sospetto che tutti sappiate in che ambito viene usata la parola Can in questa regione!
Trabocchetti come nei migliori dungeon!
La storia di questo castello, comunque, si intrecciò con quella degli Scaligeri nel 1271, quando Mastino I Della Scala lo conquistò. Da quel momento Soave, che si trovava proprio sulla via Postumia, l’antico tracciato romano che collegava Aquileia a Genova attraversando tutto il nord Italia, divenne un importante avamposto fortificato.
Questo castello non fu mai una residenza nobiliare ma svolse invece il ruolo di fortezza militare, anche se al suo interno è ancora possibile vedere alcune cose che richiamano alle nostre menti nerd certi eventi facilmente riscontrabili anche in molte delle nostre epopee fantasy preferite.
Per esempio si può visitare il mastio dove è ancora ben visibile oggi una botola che, al tempo, era coperta e usata come trabocchetto. Avevi in visita un ospite che era meglio fare sparire ma senza la sgradevolezza di una colluttazione? Lo portavi a visitare il mastio, lo facevi avanzare fino alla botola e poi BAM! Lo spedivi a volare di sotto.
A testimonianza dell’uso di questo trabocchetto sono stati ritrovati molti scheletri, scavando alla base del mastio, e pare probabile che non tutte le persone “scivolate accidentalmente” in questo buco siano morte sul colpo: molti probabilmente si spezzarono le ossa per poi morire per le ferite riportate o d’inedia.
Certo, direte voi, la prima volta questo scherzo funziona a meraviglia ma poi, una volta accumulati cadaveri lì sotto, i visitatori successivi non ci cascano più, perché anche solo l’odore di putrefazione dovrebbe avvertirli, no?
E’ una giusta obiezione ma non preoccupatevi perché i vari capitani scaligeri e risolsero il problema gettando giù per la botola calce viva che eliminava egregiamente gli odori.
Un’altra cosa che accomuna questo castello con un libro fantasy è la presenza di tunnel segreti che permettevano l’uscita dalla fortezza anche in caso di assedi.


Sebbene oggi questi tunnel siano in parte crollati e non più praticabili, potete però recarvi al centro di Soave e vederne l’uscita nella storica “Cantina del castello”, che oggi è usata appunto come cantina per i vini del territorio… dopotutto siamo a Soave e qui intorno, anche grazie ai molti vigneti, è facile capire che il vino è uno dei prodotti tipici più rinomati, quindi perché non prenotare una degustazione in questo posto mentre vi soffermate con la fantasia su antichi armati in fuga attraverso questi passaggi segreti?
Meglio il guerriero o l’assassino?
Questa serie di aneddoti medieval-fantasy vi stanno incuriosendo e ne vorreste di più? Nessun problema perché gli Scaligeri sono la famiglia giusta per lugubri storie di intrigo politico!
Partiamo da Can Francesco che, siccome era un bestio di una certa stazza, fu soprannominato Cangrande. Questo Can amava soprattutto andarsene qua e là a guerreggiare sventolando uno spadone a due mani. Pure Dante, che lo aveva conosciuto fin da bambino, non aveva per lui che parole di lode, anche se forse c’entrava qualcosa il fatto che gli Scaligeri lo avessero accolto particolarmente bene durante il suo esilio.

Il Cangrande però non era chissà che gran stratega ma di battaglie ne vinse molte usando il metodo sempre collaudato “prima attacca e poi pensa”. Nonostante questo metodo guerresco non molto organizzato, il Can era pure un buon oratore, capace di spingere gli avversari a concordare con lui e, per renderlo una figura ancora più interessante, era pure uno che seguiva pedissequamente gli ideali cavallereschi, era amato dal popolo e, sebbene fosse sostanzialmente un tiranno, era comunque un buon governante. Uno così i sudditi sperano sempre che campi almeno cent’anni… e invece no! Il Cangrande morì a trent’otto anni. Il giorno prima stava benissimo e quello dopo era morto.
Si diceva avesse cavalcato a lungo in una calda giornata estiva e, quando si fermò per bere da un fontana di acqua ghiacciata, lo colse un malore così serio che lo portò alla morte. La faccenda pareva già ai suoi contemporanei poco chiara, tanto che Mastino II, suo successore, nel dubbio fece mettere a morte un farmacista con accuse non meglio specificate.
Le speculazione sulla sua morte si moltiplicarono per secoli e, per mettervi la parola fine, un gruppo di ricercatori riesumò la salma del Cangrande nel 2004 e si scoprì che era morto a causa dell’ingestione di grandi quantità di digitale.


A naso l’ipotesi dell’avvelenamento pare ancora la più probabile ma, qualche inveterato ottimista, sostiene che forse la digitale gli fosse stata data come farmaco per altri disturbi e che il sovradosaggio letale fosse accidentale…
Dovete capire che è un po’ dura credere alla disgrazia quando si parla degli Scaligeri perché, in famiglia, erano gente dall’omicidio facile: per esempio Cansignorio, oltre ad aver fatto fortificare la città di Soave e aver migliorato le difese del suo castello, durante la sua vita si assicurò di far ammazzare entrambi i suoi fratelli per tenersi il potere.
Cortesia, l’assassino di corte
Ora, quando ci sono in giro intrighi di corte, a noi piccoli nerd torna sempre in mente la lunga saga dei “Lungavista” detta anche “saga dell’assassino di corte” di Robin Hobb, e così facciamo anche questa volta, rammentandoci l’abitudine delle popolazioni di questo mondo fantastico di dare nomi ai figli in base alle caratteristiche che si vorrebbe sviluppassero, ritrovandoci così con personaggi quali Pazienza, Veritas e molti altri… ma quello è un libro fantasy, no?
Certo… però la figlia di Cansignorio, Lucia, sposò in prime nozze un personaggio che non avrebbe per nulla sfigurato nella saga suddetta, sia perché si chiamava Cortesia Serego, sia perché pare che fosse, a tutti gli effetti, l’assassino di corte.
E’ probabile che questo Cortesia abbia avuto il suo bel da fare alla morte di Cansignorio perché gli eredi erano due, Antonio e Bartolomeo, nati da madri diverse fuori dal matrimonio e legittimati alla morte del padre.
Il maggiore era Bartolomeo, non molto intelligente ma di indole mite e amato dal popolo, mentre il fratello Antonio, manco a dirlo, era una carogna.
L’Antonio viene spesso descritto come intelligente, ambizioso e spietato e inoltre la sua matrigna non faceva che ripetergli quanto sarebbe stata migliore la sua vita se fosse stato figlio unico.
Bartolomeo non era un genio ma fino a capire che tirava una brutta aria ci arrivò pure lui, così impacchettò la sua roba e disse a tutti che andava in vacanza con il suo buon amico Galvano da Poiana (non per ripeterci ma vi ricordiamo che la maestra d’armi di Castelcervo nei romanzi della Hobb si chiamava Poiana…) e pianificò un bel viaggio di sola andata per il regno di Napoli.
Purtroppo il giorno della partenza doveva essere un venerdì e, come ogni venerdì che si rispetti, c’era uno sciopero delle carrozze, o dei cocchieri, o forse dei cavalli, fatto sta che il Bartolomeo invece di partire fu raggiunto da 26 pugnalate, per gentile concessione del nostro cortese Cortesia che, scrupolosamente, non mancò di far fuori pure l’amico Galvano.


Dopo le uccisioni i corpi dei due furono scaricati davanti alla casa di una fanciulla molto contesa, per far sembrare che il movente dell’omicidio fosse una qualche sordida storia di gelosia.
Era una storia di copertura così debole che nessuno ci credette ma la ragazza e il suo innamorato vennero comunque arrestati e torturati per estorcere loro la verità. La poveretta morì prima di confessare e le famiglie di entrambi furono messe al bando e i loro beni confiscati.
La storia si concluse con Antonio che ottenne il potere e sposò la bellissima Samaritana da Polenta, una donna avida e vanitosa per la quale il suo sposo dilapidò l’intera fortuna accumulata dalla sua famiglia… e vissero tutti felici e contenti!
Ai parmigiani piace il vino di Soave
Ora, finite le similitudini tra la storia dei Della Scala e i personaggi della saga dei Lungavista, passiamo ad un altro episodio che ci sembra doveroso citare perché vi è coinvolta anche Parma, la nostra città.
Dovete sapere che nel 1338 il castello di Soave fu preso dalle truppe di Rolando de’ Rossi, Signore di Parma che era a capo delle truppe fiorentine alleate dei veneziani, ma il Rolando non riuscì a tenerselo perché poco dopo il Mastino II Della Scala se lo riprese.
A memoria di questo episodio si può ancora vedere un affresco nel cortile del castello dove la storia viene spiegata in dettaglio: pare infatti che le truppe di Rolando abbiano così apprezzato il vino di Soave che dopo aver preso il castello diedero fondo alle cantine, così Mastino riuscì a rientrare a Soave senza quasi colpo ferire perché i difensori, che avevano bevuto come spugne, erano tutti ubriachi fradici… uhm… non sappiamo perché ma a noi questa storia sembra assolutamente plausibile!

Informazioni pratiche:
L’angolo dello shopping:
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Adoro le storie che comprendono castelli, passaggi segreti e botole “elimina-nemici” e gli Scaligeri sono un buon punto di partenza. Non ho mai visitato questo castello, ma potrebbe essere uno spunto per una gita primaverile, magari da unire a qualche cantina!
Can-ti-na! Can-ti-na! Can-ti-na!
Ehm… nooooo! Volevo dire che Soave è una cittadina molto interessante dal punto di vista storico e che va assolutamente visitata perchè…
Can-ti-na! Can-ti-na! Can-ti-na!
Ehm…
Soave è un luogo che colpisce per la sua bellezza e per la sua storia ricca di cultura e tradizioni. La storia di Soave è racchiusa nei suoi monumenti, nei suoi vigneti e nei suoi edifici storici, e visitare questa città significa immergersi in un mondo che unisce il passato e il presente.
Ci è piaciuta molto Soave, che fino a pochi mesi fa conoscevamo solo di sfuggita per la grossa mostra mineralogica che organizzano in paese, e stiamo già pensando di tornarci a luglio mentre saremo in zona per altri eventi!
Interessante tappa di un giro in Veneto, quell’area poi merita davvero tra vini, borghi e castelli. Sicuramente il castello è ricco di fascino conoscendone poi la storia ancor più interessante
Ho davvero una brutta fissazione su questa cosa: se non ne conosco la storia non mi interessa visitare niente…
Soave è un borgo incantevole e il suo castello si vede anche dall’autostrada da quanto è imponente! Ci sono stata spesso per acquistare gli eccellenti vini di ritorno dal Friuli e qualche fotografia scappa sempre al castello!
I castelli che si vedono dalle strade e autostrade sono irresistibili! Li vedi e come minimo devi fermarti a fotografarli! Nel caso di Soave poi, capisco la tentazione dello shopping in enoteca! 🙂
Io sono sempre alla ricerca di posti come questo, perchè credo davvero che i fantasmi esistano e che in qualche modo ci mandino dei segnali. Mi segno subito questo incantevole castello per la prossima incursione nei territori veneti, Non voglio perdermelo per nulla al mondo.
Soave è bello ma mi raccomando, passa a trovarmi anche a Parma che qui abbiamo fantasmi a bizzeffe! Ogni castello ne ha ALMENO uno, da quello che consiglia le quotazioni in borsa (sì… è vero) a quello triste per la sua amata, a quello che bacia i passanti fino a quello che si fa fotografare!
Ho capito, voi ce l’avete con il fantasy, io con i fantasmi … quindi “dateci un castello e conquisteremo il mondo!” Certo che qualche fantasma qui a Soave ce lo trovo, il povero Bartolomeo sicuramente si aggira tra le mura. Non è che l’avete incontrato!?
PUrtroppo no e credimi, negli anni le abbiamo provate tutte per vedere un fantasma! Abbiamo anche dormito nel castello di Bardi (dove un fantasma è stato fotografato) più volte, proprio nel punto dell’apparizione eppure niente… nemmeno un refolo di fumo!
Ho sorriso leggendo il tuo articolo, perchè finalmente qualcuno mi ha spiegato la faccenda di questi nomi assurdi legati alla cinofilia. In effetti, non avevo mai capito come mai qualcuno potesse chiamare il proprio diletto figlio “Cangrande” o cose simili!
Era un mistero anche per noi ma la guida del castello è stata molto brava e ci ha spiegato tutto per filo e per segno!
Il castello scaligero di Soave è davvero splendido, lo vedo sempre quando passo dall’austostrada!
Ci sono stata solo una volta ma tanti anni fa, sarebbe anche ora di tornarci per rinfrescarmi un po’ la memoria, è una zona molto interessante, e poi sei a due passi dalla bellissima Verona.
In effetti anche noi abbiamo continuato a vederlo dall’autostrada per anni, prima di deciderci e cogliere l’occasione per visitarlo!
Per Verona invece stiamo aspettando (con ansia) il concerto “Disney100” in arena a maggio… siamo nerd, non possiamo perdercelo!
Ma quante storie particolari su questa famiglia! Ammetto che non ne conoscevo una ahahah Soave comunque sembra un borgo davvero bello da visitare! 🙂
Noi ci siamo un po’ fissati sul castello ma anche il borgo è davvero incantevole e le persone sono molto ospitali!
Me lo devo segnare per quando torneremo in Veneto, magari per un weekend tra castelli e calici di vino!
Un dramma il week-end enogastronomico! Prendo sempre minimo 2 chili e torno con uno strano cerchio alla testa… 🙂