L’imperdibile partita a scacchi viventi
Mai mischiare il rosso con il bianco!
La televisione e il cinema ci rimandano un’immagine degli universitari come dei casinisti sempre pronti a fare festa. Dalle confraternite americane ai nostrani giorni delle matricole, la storia e il mondo sono disseminati di esempi di questo tipo.
Ora, come quasi tutti sanno, nei deliri alcolici durante feste ed eventi è facile che nascano idee pazzesche, sgangherate e che poi, il giorno dopo, spesso ci si è dimenticati, ma non sempre.
La storia che vi vogliamo raccontare oggi non sappiamo se sia andata davvero così, ma ci piace crederlo perché la rende più divertente.
C’era una volta, nel dopoguerra della prima guerra mondiale, uno studente universitario che, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, ebbe un’idea magnifica, sontuosa.
Ignorando i saggi consigli del nonno, che gli aveva sempre detto di non mischiare il rosso con bianco, questo ragazzo di nome Francesco, in preda a un delirio quasi mistico cominciò a sproloquiare sui cafè parigini. Un amico, altrettanto incauto nel seguire i consigli degli avi, si aggiunse alla discussione nominando tale Lionel Kieseritzky ma, avendo la lingua felpata dal troppo bere, gli uscì un nome incomprensibile e per una buona mezz’ora tutti si domandarono di chi mai stesse parlando.

Alla fine compresero che stava provando, con scarso successo, a parlare di uno scacchista molto famoso, soprattutto perché aveva giocato nel 1851 una partita che dopo di allora era stata definita “L’immortale”.
Una volta compreso il senso del discorso il gruppo di studenti, che nel frattempo si era rinfoltito, prese a parlare della nobile arte degli scacchi ma Francesco, ancora in preda a chissà che allucinazioni, fuse il discorso con immagini del suo paese, di dame, cavalieri e, in un momento di particolare delirio prima di una rapida ritirata in bagno, pure di un grande fuoco.
Il giorno dopo il Francesco si svegliò e, sebbene avesse un mal di testa lancinante e un sapore in bocca che sembrava avesse dormito usando come ciuccio un pesce morto da tempo, le vaghe forme che la sua mente aveva prodotto la notte precedente si erano fuse in un insieme coerente che gli parve più che realizzabile: mettere in scena una partita a scacchi viventi sulla piazza del suo paese.
Ci volle un po’ di convincimento da parte sua ma poi, come sempre per le idee pazzesche condivise in gruppo durante serate particolarmente ben riuscite, tutti si dimostrarono entusiasti, soprattutto al pensiero della festa che ne sarebbe seguita e che probabilmente avrebbe compreso qualche altra cassa di vino e… aspetta un momento… negli scacchi ci sono le regine, vero? Per fare le regine servono ragazze… belle ragazze, vero? L’idea pareva a tutti migliore di istante in istante…
Era il 1923 quando a Marostica si giocò la prima partita a scacchi viventi sulla piazza del Castello, con la scacchiera disegnata sul selciato, e fu un così grande successo che addirittura il solito prezzemolino Gabriele d’Annunzio (che compare a spot anche negli articoli su Vigoleno e Radicofani), in segno di approvazione per l’iniziativa, passò sulla piazza con il suo aereo lanciando bigliettini benauguranti.
Purtroppo poi arrivarono gli esami, le tesi di laurea, lo studio serio e tutte quelle cose noiose lì, e il Francesco Pozzo non riuscì più a fare gruppo per mettere di nuovo in scena di questo incredibile spettacolo; divenne però professore, quindi in definitiva andò bene e la partita rimase nella mente di molte persone per gli anni a venire.

Piazza nuova, partita nuova
Passò del tempo e un’altra guerra mondiale lasciò il suo segno sulla cittadina di Marostica, che si ritrovò con la piazza completamente devastata dal passaggio dei cariaggi militari e qui, di nuovo, intervenne il destino.
Ci piace pensare che anche questa seconda volta, negli anni cinquanta, abbia avuto una mano in queste decisioni il delizioso vino veneto e che siano stati dei nuovi deliri da osteria a spingere il Marco Bonomo, sindaco del paese, a decidere di far realizzare una grande scacchiera sulla piazza per ricordare i fasti di quella prima partita organizzata dal Francesco… e forse fu nella stessa osteria e la stessa sera che l’Ernesto Xausa, assessore alla cultura, pensò bene di usare la nuova piazza in via di progettazione per rimettere in scena la partita, aggiungendovi questa volta una storia di cui scrisse di persona il brogliaccio.
L’Ernesto però non era mica uno sceneggiatore ma l’idea era nata e un imprenditore, nativo di Marostica ma che viveva a Vicenza, Angelo Carlo Festa, si interessò all’idea e la propose al suo coinquilino.
Tale coinquilino, Mario Mirko Vucetich, era un architetto che nel 1919 era stato, tra gli altri, uno dei firmatari del manifesto futurista ma poi, per varie ragioni, era espatriato in America dove si era fatto le ossa anche con le scenografie e il teatro.
In pratica il Mario Mirko era un artista poliedrico, l’ideale per occuparsi della progettazione di una nuova partita, peccato che lui non la pensasse così.
Accampò scuse così deboli che sembrava fosse uno studente a cui il gatto aveva mangiato i compiti e la sua tattica di arrampicamento sugli specchi non fece altro che ingastrire l’animo del suo coinquilino che, dopo averlo lasciato blaterare del più e del meno, gli mise davanti un ultimatum: o la partita o lo sfratto.
Chissà perché, il Mario Mirko scelse la partita.

Andò subito a Marostica e lì si mise a studiare la storia locale, per rendere credibile la narrazione che via via stava strutturando, studiando tutti i documenti nell’archivio storico del paese per raccapezzarsi.
E a quel punto entrò in scena IL MANOSCRITTO!
Un manoscritto per un grande spettacolo
Ebbene sì, questo vecchio espediente narrativo piace sempre perché, con la sua ambiguità, lascia spazio alla fantasia! Così si dice che esistesse un manoscritto redatto da tale messer Lunardo da Fiatolongo, che raccontava di una cronaca dell’anno del signore 1454.
Al tempo Marostica faceva parte della Serenissima e nel territorio i duelli, anche quelli d’onore, erano stati proibiti in seguito alla tragedia accorsa in quel di Verona a due sfortunati amanti di nome Romeo e Giulietta.
Fu così che quando il governatore di Marostica, Taddeo Parisio, si avvide che la bellezza di sua figlia aveva infiammato gli animi dei giovani Vieri e Rinaldo, impose loro di risolvere la contesa non con le spade ma con una disfida al nobil giuoco degli scacchi e, in una mossa da politico consumato, dichiarò che sì il vincitore avrebbe ottenuto la mano dalla bella Lionora ma che anche il perdente sarebbe stato ricompensato, ottenendo la mano dell’altra sua figlia, Oldrada.
Ovviamente il manoscritto originale scomparve fortuitamente durante un incendio, quindi di questa storia ci rimane solo il vago ricordo di una tradizione orale che pretende di raccontare la verità.

A queste basi poi si aggiunsero altri intrattenimenti che avrebbero allietato il pubblico e così sulla scena, prima della vera e propria partita, si decise di far sfilare una lunga sequela di personaggi, artisti, ballerini, spadaccini, comici, sbandieratori e quant’altro.
All’inizio il Mario Mirko sarà anche stato riluttante ma, lavorando al progetto, si affezionò talmente all’idea che non si limitò a scriverne la sceneggiatura ma disegnò anche i costumi e le scene.
Finiti i preparativi, nel 1954 Marostica rimise in scena, dopo trentuno anni, una nuova partita a scacchi viventi che da subito ottienne un grandioso successo di critica e di pubblico, tanto che la grandiosità di questo allestimento, con ben 300 figuranti in abiti storici, ebbe risonanza internazionale.
Le migliori partite di tutti i tempi
Nel 1958 il gruppo di 300 figuranti portò il proprio spettacolo all’expo di Bruxelles ma nei decenni successivi furono invitati anche a New York, Los Angeles, Vancouver, Stoccarda, Roma, San Paulo, Chicago, Toronto, Lugano e Melbourne.
E il Mario Mirko, che all’inizio aveva accampato scuse, alla fine rimase il regista di questa rappresentazione fino al 1975!
Ancora oggi la tradizionale partita a scacchi viventi di Marostica viene messa in scena ogni due anni sulla Piazza del Castello, che ormai tutti chiamano Piazza della Scacchiera, e noi abbiamo avuto la fortuna di poter assistere all’edizione 2022.
Se gli iniziali figuranti erano trecento, oggi sono molti di più, tanto che anche solo la loro presenza rende lo spettacolo indimenticabile, senza parlare della sfilata delle arti e dei mestieri di Marostica, degli sbandieratori locali e di quelli ospitati da altre città, degli spettacoli di danza, dei giocolieri, degli acrobati e dei comici, senza scordare il bellissimo giullare di corte dal vestito nero e dalla lugubre faccia bianca.

E dopo tutto questo, o sopra tutto questo, aleggia il fascino immortale di alcune delle partite a scacchi più famose di tutti i tempi perché, non essendo rimasta traccia delle mosse giocate dai focosi Vieri e Rinaldo, di anno in anno sarà il circolo scacchistico di Marostica a selezionare la partita che verrà messa in scena, scegliendo sempre battaglie che si concludono tra le sedici e le venti mosse.
Oltre a “l’immortale” di cui abbiamo parlato prima, altre partite spesso giocate sono “The opera game” di Morphy, che si svolse a Parigi 1858 e “La donna più bella di tutti i tempi” di Nimzowitsch, giocata a San Pietroburgo nel 1914.
Da visitatori e spettatori abbiamo avuto la netta impressione che gli abitanti di questo borgo amino la loro “rievocazione”, tanto che ci è parso che la quasi totalità della popolazione partecipi in un modo o nell’altro.
E dopo lo spettacolo non stupitevi se al bar, al tavolo di fianco al vostro, vi ritroverete la regina bianca ancora parata con i vestiti dello spettacolo, che solleva il calice per brindare all’evento!
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Gli scacchi mi hanno sempre affascinata molto, ma non mi sono mai decisa a provarci perché mi manca la dote fondamentale della pazienza. Ma uno spettacolo del genere deve essere una cosa stupenda, con le pedine viventi che si muovono sulla piazza.
“Ignorando i saggi consigli del nonno, che gli aveva sempre detto di non mischiare il rosso con bianco”: mi ha fatto morire!
Mio padre gioca a scacchi da sempre e non hai idee di quante volte abbia cercato di insegnarmi ma… ehm… evidentemente la tattica non è il mio forte. Almeno ad un certo punto ho imparato a seguire i consigli degli anziani e ho imparato a non mischiare rosso e bianco!🤣
Non avevo idea dell’esistenza di un evento del genere! Assistere ad una partita di scacchi viventi è senz’altro un’esperienza che dovrò fare e grazie al tuo articolo ora so dove andare! Ben fatto!
C’è un testo, il cui titolo è “L’invenzione della tradizione” di Eric J.Hobsbawm, che racconta proprio di come alcune “tradizioni” che pretendono di avere origini antiche, sono spesso piuttosto recenti. Una sorta di “legittimazione” della loro piú recente «storia» cercando radici nel passato piú remoto. Oppure, in altri casi, un’ottima strategia di promozione turistica. Il manoscritto di cui raccontatate fa probabilmente parte di questo processo. Senza niente togliere alla manifestazione di Marostica, spettacolare e bellissima, ma che come ben raccontate non ha origini medioevali!
Noi adoriamo queste “baracconate” perchè spesso sono colorate, divertenti e non hanno altro uso se non quello di attirare un po’ di gente e farla divertire. Questo non toglie che pensiamo sia sbagliato far credere che questo genere di feste risalgano a vere tradizioni. A Marostica, però, non si corre di certo questo rischio perchè è ben chiaro, nello spettacolo stesso, che è tutta una favola messa in piedi per puro divertimento!
Fantastico come scrivete, credo che riuscireste a rendere divertente perfino il foglietto illustrativo di un medicinale! 😀 Dovreste scrivere voi i libri di scuola, credo che tutti i ragazzi studierebbero molto più volentieri su libri così! 😉 PS: Tra l’altro il Mario Mirko agli inizi della sua carriera ha lavorato nella mia città (Gorizia).
Grazie Sara, ci fa piacere che ti piaccia come scriviamo! 😘
Sapevamo che il Mario Mirko lavorava a Gorizia ma noi non ci siamo mai stati… ci toccherà venirti a troare!😂
No ma il video fa troppo ridere!! Due attori senza nulla togliere al gatto, che è il protagonista. Comunque che organizzazione questi scacchi viventi, è stupenda la piazza e il castello che va a fuoco poi 😮
I nostri gatti sono tutti dei vanesi! E’ tutto un guardami-fotografami-filmami-venerami-sonoiltuounicodio… Tu posizioni la telecamera e loro arrivano in automatico!
Gatti a parte, lo spettacolo di Marostica è stato davvero fantastico! 😍
Durante la nostra visita a Marostica avevamo letto della partita degli scacchi vivente, e ci eravamo ripromessi di partecipare una volta. Poi il covid ha sospeso tutte le iniziative, non sapevamo chefossero ricominciate. Ci informeremo per il futuro, grazie!
Nel post covid noi non sappiamo da che parte girarci: sembra che tutti facciano a gara per recuperare gli eventi persi e ho sul mobile della cucina un pacco di biglietti che va da qui al prossimo anno, perchè ormai sembra che si debba prenotare tutto con larghissimo anticipo! 😱
Sono stata a Marostica tempo fa in occasione di Opera On Ice ma non posso dire di averla visitata bene e con attenzione a causa dell’allestimento per questo evento. Detto ciò vorrei proprio tornarci in occasione della partita a scacchi, mi sbizzarrirei con le fotografie!
Abbiamo avuto lo stesso problema: pensiamo che sarebbe bellissimo vedere la piazza senza le impalcature, così abbiamo deciso di tornarci tra qualche mese, solo che mentre cercavamo di organizzare ci è capitato sott’occhio un concerto che ci piaceva e… niente. Vedremo di nuovo la piazza con le impalcature e ci toccherà organizzare il terzo giro!😘
Marostica è bella da vedere e durante questo evento unico lo sarà ancora di più, interessante la storia che hai raccontato.
Noi ci siamo stati solo per la partita a scacchi viventi (e ci torneremo per il concerto degli Hollywood Vampire) ma mi piacerebbe molto vederla quando non sono montate tutte le tensotrutture peerchè immagino che la piazza sia magnifica vista tutta insieme!
Conosco questo evento e sono anni che mi ripropongo di andare a vedere di persona, ma non ne conoscevo la storia curiosa. Brinderei quindi volentieri con alfieri, torri e regine!
Conosco di fama questa tradizione ma non sapevo nulla delle sue origini. Molto divertenti!
Noi non eravamo mai stati a Marostica e non sapevamo che fosse un borgo così bello, come non sapevamo che il prodotto tipico fossero le ciliegie… che sotto spirito sono incredibili!🍒😍
Un evento davvero particolare che mi ricorda molto “l’assalto al Castello” che fanno a Sirmione. Fuochi e musiche per ricordare gli eventi bellici che hanno reso famosa la fortezza sul lago. Qui invece la storia è molto più intrigante e per di più, per un amante delle partite a scacchi come me, assolutamente da non perdere.
Sì, come genere di eventi hanno diverse somiglianze e se ti è piaciuto l’assalto al castello di Sirmione allora sono abbastanza sicura che anche la partita a scacchi di Marostica ti potrà piacere!
Ma che evento particolare che mi hai fatto scoprire!!! Mi piacciono un sacco le rievocazioni storiche e poi con una partita a scacchi vivente l’esperienza diventa ancora più interessante.
Devi sapere che se gli amici rievocatori storicamente corretti sanno che l’abbiamo chiamata “rievocazione” ci fanno fuori… ma a noi è piaciuta lo stesso! 🙂
Sarebbe davvero divertente assistere a una partita a scacchi a Marostica, soprattutto per lo show che deve esserci dietro!
Non so se hai visto il video, ma se non lo hai fatto ti consiglio di guardare il finale… era indescrivibile (e purtroppo la videocamera non gli rende giustizia) ma almeno ti fai un’idea!
Ho sentito parlare di Marostica tantissime volte, sin da quando ero bambina, e ho sempre sognato di vedere una partita a scacchi dal vivo. Purtroppo però non ci sono ancora riuscita!
Non so se ti deluderà saperlo o se ti piacerà ancora di più: la partita vera e propria dura sempre non più di venti minuti perchè tutto il resto è dedicato allo spettacolo. Noi lo abbiamo davvero adorato e i fuochi d’artificio dal castello sono indescrivibili!
Deve essere meraviglioso poter assistere di persona a uno di questi eventi a Marostica, non ho ancora avuto l’occasione ma mi piacerebbe.
A noi è piaciuto molto e inoltre nei dintorni ci sono moltissime cose interessanti da vedere!
L’unico neo è che, essendo la piazza del paese allestita per lo spettacolo, non abbiamo potuto vederla nella sua interezza senza gli spalti a bloccare la visuale… ci toccherà tornarci!
Uh ma che bello! E mi riferisco a tutto, la rievocazione storica, la storia, gli scacchi viventi!
Oh ma che bello! Tutto quanto, la rievocazione storica, la storia, gli scacchi viventi! Uno spettacolo!
Era una di quelle cose che ci erano saltate con il Covid e poterla “recuperare” è stato un grande piacere!