Panorama da Palazzo Piccolomini nel borgo di Pienza, in Toscana. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.

Enea Silvio Piccolomini era meglio di James Bond?

Enea lo 007

Un giorno, nel piccolo borgo di Corsignano, nacque un bambino.

La famiglia del piccolo diceva di poter far risalire le proprie origini fino alla Gens Iulia, la stirpe di Giulio Cesare, e per questo al bambino fu appioppato il nome di Enea, come il mitico fondatore dell’antica stirpe romana.

Nonostante il nome altisonante, in realtà la famiglia di Enea era stata scacciata da Siena dai propri rivali, i Tolomei, che ironicamente facevano discendere la propria stirpe dai regnanti egizi passando per Cleopatra, ma si vede che l’amore tra le due famiglie si era fermato agli antenati perché a quel punto, agli inizi del millequattrocento, tra questi c’era solo un bell’odio rancoroso.

Sull’Enea la famiglia aveva investito molto perché era il primogenito e così lo mandarono a studiare diritto a Siena, sperando che questo portasse buoni frutti.

Purtroppo però l’Enea aveva altri progetti e alle lezioni preferiva gli amici e le ragazze, così i genitori lo spedirono a Firenze dove, a parte farsi altri amici, si laureò.

Enea era un tipo dalla parlantina svelta, che imparava in fretta e sapeva prendere tutti per il verso giusto ma, nonostante che a soli ventisei anni avesse già ottenuto un ruolo da docente, preferì mollare tutto e accettare un posto da segretario presso il vescovo di Fermo, lavoro che gli avrebbe garantito la possibilità di viaggiare.

Concattedrale di Santa Maria AssuntaDuomo di Pienza
Navata centrale del Duomo di Pienza

Se la cavò così bene che, in breve, diverse personalità del tempo cominciarono a usarlo come mediatore tra varie parti in guerra, come ad esempio tra i francesi e i borgognoni che non si potevano soffrire.

Non solo era un buon diplomatico ma parlava molte lingue e se la cavava in tutto, così divenne una specie di 007, spedito ovunque per missioni segrete e pericolose durante le quali di certo non mancò di intrattenere, come ogni James Bond che si rispetti, qualche bollente relazione romantica.

Ovviamente anche Enea, come Bond, era al servizio di sua maestà ma in questo caso la ‘maestà’ era l’imperatore del Sacro Romano Impero Federico III, che oltre ad avvalersi delle sue doti di diplomatico se lo prese pure come segretario e lo insignì del titolo di ‘poeta laureato’ perché, oltre al resto, l’Enea scriveva pure!

Enea lo scrittore di porno

E di cosa può scrivere uno così? Ecco, Enea sapeva che tutto può cambiare velocemente ma c’è una cosa che di certo non passa mai di moda: il porno!

Certo, nel quindicesimo secolo ’50 sfumature di grigio’ non c’era ancora ma anche quel secolo ha avuto il suo best seller dell’erotismo e questo fu ‘Historia de duobus amantibus’ (storia di due amanti), una fosca tresca tra un dignitario straniero e una bella senese già maritata.

Questa storia, scritta nel 1444, ebbe così larga diffusione che poco tempo dopo, nel 1467 a Colonia, venne stampata. Non so se vi rendete conto di quanto dovesse piacere un libro a quel tempo per essere stampato, ma tenete presente che le prime copie di libri stampati con tecniche che ne permettevano la produzione di un buon numero, risalgono solo al1455 e avevano iniziato con un libro di sicuro successo: la Bibbia!

In pratica, dodici anni dopo l’invenzione della stampa, un editore decise che ‘sto libro porno meritava di essere diffuso più ampiamente… era un best seller!

Intanto, però, anche per Enea gli anni stavano avanzando e così dovette abbandonare certe attività troppo atletiche e trovare nuovi modi per eccellere, soprattutto perché dopo i quarant’anni la sua salute cominciò a non essere più delle migliori.

Gli era già stata offerta tempo addietro la possibilità di prendere i voti, perché al tempo quello era un gran bel modo di fare carriera ma lui, con un porno già scritto, disse a tutti che di fare voto di continenza (celibato) non se ne parlava proprio.

Illustrazzione per “Historia de duobus amantibus” 1460-1470 circa

Enea il papa

Ora, non ho capito bene che male lo avesse afflitto dopo i quaranta, ma deve essere stato qualcosa che ha messo questa sua convinzione in secondo piano, perché cominciò a lisciarsi il papa Eugenio IV e lo fece così bene che questi gli perdonò le sue precedenti posizioni antipapali (era stato, tra gli altri, anche al servizio dell’antipapa Felice V) e lo ordinò sacerdote.

Mi sembra chiaro ormai che uno così, quando si metteva in testa di fare qualcosa, lo faceva per bene. Tempo dodici anni ed Enea Silvio Piccolomini divenne Papa Pio II.

Ora voi penserete che chiamarsi Pio non fosse proprio il suo… e vi sbagliereste perché in realtà lui, scegliendo il suo nome pontificale, di certo non aveva pensato a nulla di religioso ma al fatto che, nell’Eneide di Virgilio, l’eroe era soprannominato Pius… e anche lui si chiamava Enea, quindi il nome era calzante!

Tra l’altro per diventare papa l’Enea ne aveva fatta una delle sue. All’inizio del conclave non era di certo tra i favoriti, in quanto tutti caldeggiavano per l’elezione del vescovo di Rouen. L’Enea però aveva sentito, dal cesso dove si era ritirato, il vescovo di Rouen promettere diocesi a quanti lo avrebbero votato e, una volta tornato al suo posto, denunciò questa e altre cose davanti a tutti i cardinali riuniti.

Anni dopo scrisse nei suoi commentari: “Il luogo era degno dell’elezione di tale papa; dove meglio che nelle latrine si possono stipulare sozze convenzioni?”

Enea il costruttore

E’ a questo punto della vita dell’Enea che Corsignano, la piccola cittadina che gli aveva dato i natali, tornò alla ribalta perché, passando di lì, il papa la volle visitare e la trovo squallida e niente affatto piacevole.

Non gli stava bene che il posto dove era nato fosse così bruttino, quindi assunse l’architetto Bernardo Rossellino e lo mise al lavoro per dare lustro al paese.

In quattro anni il posto fu interamente rinnovato e, per celebrare meglio l’artefice di questo cambiamento, il suo nome fu cambiato da Corsignano a Pienza, la città di Pio.

Ovviamente a Pienza, neanche a dirlo, il palazzo più bello è quello che il papa fece edificare per se stesso, proprio sulla piazza, a lato del duomo.

Palazzo Piccolomini visto dal giardino

Palazzo Piccolomini non è solo splendido e con un giardino che si affaccia su un panorama mozzafiato, ma ha anche fatto da sfondo a molte produzioni cinematografiche tra le quali spicca il “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli ma non dimentichiamoci della serie televisiva “I medici”!

Un solo bel palazzo però non fa una città, così Rossellino eresse anche case per le classi meno abbienti e nel frattempo l’Enea commissionò anche un altro palazzo, sempre affacciato sulla piazza del Duomo, e ne fece dono a un caro amico che aveva appoggiato con fervore la sua nomina al soglio pontificio.

Volete sapere chi era questo caro amico e noto intrallazzatore? Era sempre lui! Uno dei nostri preferiti di quel periodo! Quel losco figuro di Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI!

Bene, a questo punto la nuova Pienza stava prendendo forma ma per renderla un posto prestigioso bisognava anche fare in modo che le classi più elevate desiderassero viverci, o almeno soggiornarci, così l’Enea fece di questa cittadina la sua residenza estiva, portando con sé (volente o nolente) tutta la corte papale, che fu caldamente incoraggiata a prendere residenza e a far costruire palazzi a Pienza.

Palazzo Piccolomini visto da palazzo Borgia
Palazzo Piccolomini – dettaglio

Quando la città iniziò a diventare un bel posto, l’Enea cominciò a preoccuparsi di cosa sarebbe successo alla sua morte e così istituì una consorteria, con l’ordine che le sue proprietà potessero passare solo ai famigliari.

Questa consorteria funzionò così bene che il palazzo Piccolomini a Pienza rimase in famiglia fino alla morte dell’ultimo discendente del particolare ramo che lo aveva ereditato, Silvio Piccolomini della Triana, nel 1963.

Ci sarebbe molto da dire anche su quest’ultimo Piccolomini, che nella sua vita fu sindaco di Pienza per ben cinque volte, cambiando schieramento politico secondo la bisogna solo per portare avanti il suo obiettivo di riportare la sua città agli antichi fasti rinascimentali, ma ormai noi siamo concentrati sull’Enea e quindi torniamo a lui.

Enea il politico

L’essere diventato papa non smorzò per nulla il suo spirito invece gli diede nuovi obiettivi da perseguire, come per esempio liberare l’Europa dalla minaccia di Maometto II, che aveva da poco conquistato Costantinopoli ponendo fine all’Impero Romano d’Oriente.

Per ottenere questo risultato cominciò a rompere le palle a tutti i re e sovrani cattolici per indire una crociata ma questi, che in quel particolare momento erano impegnati a litigare tra loro, non se lo filarono di striscio.

L’Enea era tante cose, ma di certo non era uno che prendeva bene il non essere considerato e così si vendicò in un modo che a nessuno sarebbe mai venuto in mente: scrisse a Maometto II.

E cosa gli scrisse mai, chiederete voi.

Be’, gli scrisse che se voleva l’Europa c’era un bel modo, facile facile, per ottenerla. Bastava che si recasse a Roma a trovarlo e lui lo avrebbe accolto a braccia aperte poi, dopo una bella chiacchierata tra amiconi, lo avrebbe battezzato.

Una volta battezzato Maometto II sarebbe stato a tutti gli effetti un cristiano e, in quanto tale, l’Enea non avrebbe avuto nessun problema a incoronarlo Imperatore perché, a suo parere, era più degno lui di tutti i regnanti del tempo…

Enea però questa lettera non la spedì davvero a Maometto II ma si limitò a farla girare per tutta Europa, diffondendola dappertutto, in modo che chiunque la leggesse potesse conoscere il suo punto di vista sui governanti del tempo.

Dicendola papale papale (che è un gioco di parole davvero povero… ma non abbiamo saputo resistere!) li aveva smerdati tutti in un colpo solo!

Palazzo municipale

I poveri re e imperatori a quel punto, per non fare la figura di quelli che se ne sbattevano, dovettero riportare la loro attenzione sull’Enea e concedergli di partire per una bella crociata.

Pur con le migliori intenzioni, l’Enea però non riuscì mai a partire perché, in attesa ad Ancona delle galee veneziane che avrebbero imbarcato i crociati, si prese la peste e fece giusto in tempo a veder arrivare le navi prima di morire… e la crociata fu annullata a causa della sua morte.

Comunque la sua storia non finì qui perché, un secolo dopo, un altro papa, Paolo IV, istituì l’indice dei libri proibiti e tra gli altri autori vi mise anche l’Enea.

Si sarebbe tentati di pensare che vi sia stato inserito perché aveva scritto un porno e invece, quello che la chiesa non gli perdonò, erano i suoi scritti mentre era al servizio dell’antipapa!

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2 commenti

  1. Sono stata da poco a Pienza e ho letto e ascoltato molto su Papa Pio II… ma mai avrei pensato che fosse l’autore di un romanzo osé tanto che ho riletto due volte l’inizio del tuo articolo pensando di aver “sbagliato” Enea anche se con un nome del genere a Pienza nel 1400 nn credo ce ne fossero molti! Grazie per avermi fatto sorridere con questi aneddoti!!

    1. Eh, tutti lì a dire che ha fatto questo e costruito quello… e nessuno che si ricorda mai di dire che l’Enea in realtà era un dritto! E pure uno con un gran senso dell’umorismo, secondo noi! 😂

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