Vetrata della cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.

Curiosità e reliquie nella Cattedrale di San Vito

Un cacciatore di teste

Poiché nell’articolo precedente abbiamo dato un’occhiata generale al castello, adesso andiamo dritti al suo cuore, entrando nell’immensa cattedrale di San Vito.

Un tripudio di gotico, direte voi… e invece no, lo sembra solamente! Questo castello si è stratificato nei secoli e così le altissime torri gotiche sono in realtà neo-gotiche mentre la costruzione della cattedrale, iniziata dal padre di Carlo IV nel 1344, è stata ultimata solo di recente, nel 1929, a mille anni dalla presunta morte di San Venceslao.

Quando la costruzione di questa cattedrale era all’inizio, Carlo IV decise di radunare un buon numero di reliquie per adornarla, così se ne andò in giro ordinando ‘gentilmente’ a diverse altre chiese di dargli, a titolo gratuito ovviamente, le loro reliquie migliori. Ottenne in questo modo la testa di San Luca, che era conservata a Padova, la testa di San Vittore che si trovava a Feltre (evidentemente le teste erano di gran moda!) e, visto che era in zona, si fece donare anche le reliquie di San Vito dalla città di Pavia. Dovete sapere che quelli di Pavia si erano intascati, osso più osso meno, quasi un santo intero e così la cattedrale fu intitolata a San Vito per maggioranza di reliquie presenti.

Facciata neo gotica della cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
La facciata neo-gotica della cattedrale San Vito
Navata della cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Navata centrale della cattedrale

La tomba di San Venceslao

Per ospitare queste reliquie serviva però una cappella che fosse giustamente sontuosa, e quale posto migliore che sopra la tomba di San Venceslao? Infatti, nel luogo dove oggi sorge la cattedrale San Vito, c’era già una chiesa, fatta costruire proprio dal Venceslao e dove poi il santo era stato seppellito alla sua morte e il Carlo, riciclando un po’, ci mise sopra quella che oggi è chiamata cappella Venceslao, uno dei luoghi più affascinanti della cattedrale e non solo per la sua bellezza, visto che è ricoperta di pietre dure.

Ora, non so se avete letto l’articolo sul castello dove parliamo della nonna del Venceslao che aveva allevato il nipote nella fede cattolica, ma il fatto era che il Vence, crescendo, non ne volle sapere di accompagnare la madre Drahomira ai festival pagani dove lei amava andare a ballare il sabato sera, così la donna cominciò a portarci il figlio minore, Boleslao, che si divertiva un sacco a fare il cascamorto con tutte e decise che essere pagano era più divertente delle robe pallose che insegnava la nonna.

Quando il Vence divenne re, sarà stata l’invidia, sarà stata la religione, Boleslao lo sfidò a duello ben deciso a farlo fuori e a prendersi il regno. Non solo non ci riuscì ma, onta delle onte, il Vence gli risparmiò la vita perché sai, in fondo era suo fratello e lui era un buon cristiano e pure un buon re.

A quel punto gli amici di Boleslao decisero di intervenire e il Vence, vedendo che erano in tanti, scappò verso la chiesa per cercare rifugio ma, prima di arrivarci, fu pugnalato alle spalle e ucciso.

Si dice che morendo, il Vence si fosse aggrappato al battente della porta che poi, divenuto una reliquia, fu smontato e portato nella chiesa che conteneva le spoglie del santo e oggi è uno dei battenti che potete vedere sulla porta della cappella.

Il tesoro maledetto

L’altra cosa curiosa di questa cappella, che però non è una leggenda ma una realtà, è la porticina che s’intravede in un angolo. Quella è la prima di sette porte che custodiscono i gioielli della corona Boema (di cui potete vedere delle copie all’interno del castello) e quelle porte sono abbinate ad altrettante chiavi in possesso ai vari dignitari cechi: il Presidente della Repubblica, i due presidenti delle Camere del Parlamento, il Primo Ministro, il sindaco di Praga, l’arcivescovo di Praga e il Decano del capitolo di Vysehrad. Per accedere al tesoro tutte queste persone devono essere concordi e ritrovarsi contemporaneamente. Negli anni recenti i gioielli sono stati saltuariamente esposti al pubblico in concomitanza di eventi particolari come per esempio nel 2016, per commemorare i 700 anni dalla nascita di Carlo IV.

Battente della cappella di San Venceslao nella cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Battente della cappella di San Venceslao nella cattedrale di San Vito
La corona di San Venceslao è custodita nella cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Corona di San Venceslao (foto da Wikipedia)

Ovviamente i pezzi più celebri del tesoro sono la corona di San Venceslao e il suo scettro, che però non erano davvero quelli del Santo: furono in realtà commissionati da Carlo IV con un aspetto che li facesse sembrare più antichi, a simboleggiare i secoli di governo della dinastia dei Přemyslidi cui anche lui apparteneva. Ah, giusto, quasi scordavamo: la corona è magica!

Esatto, avete capito bene! Si dice che chiunque non sia il legittimo re e osi indossare questa corona, morirà malissimo! A riprova della veridicità di questa leggenda, è spesso ricordata la morte orribile di Reinhard Heydrich, il gerarca nazista che era stato dichiarato governatore della Boemia e che volle provarsi la corona senza badare alla maledizione.

Fu ucciso meno di un anno dopo in un attentato da parte dei partigiani cecoslovacchi ma non morì nel modo che potreste pensare. La granata lanciata verso la sua auto, con l’intenzione di ucciderlo, non gli procurò che ferite ritenute lievi ma morì comunque quello stesso giorno perché l’esplosione aveva squarciato il sedile dell’auto imbottito di crine che, a contatto con i suoi tagli, gli avevano avvelenato il sangue… qui le cose sono due: o questo aveva una sfiga mai vista prima o è stata la maledizione, perché in quanti possono vantare di essere stati uccisi da UN SEDILE?

Tomba altare di San Giovanni Nepomuceno nella cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Tomba/Altare di San Giovanni Nepomuceno

Una lingua sul piatto

Adesso che abbiamo ampiamente parlato della cappella di San Venceslao, avanzate verso il fondo della cattedrale e troverete sulla vostra strada una roba enorme, un altare in argento in uno stile barocco che fa quasi male ai denti con i suoi enormi putti volanti che sostengono drappi e quant’altro.

Ecco, questo sobrio ed elegante altare è il reliquiario di San Giovanni Nepomuceno, il santo principale della controriforma e l’arma definitiva che la chiesa cattolica usò per contrastare il dilagante protestantesimo.

Vuole la leggenda che il Giovanni fosse il confessore della regina Giovanna di Baviera, moglie del re Boemo Venceslao IV.

Il re, credendo che la moglie gli facesse delle corna da alce, cercò di indurre il buon Giovanni a rompere il segreto confessionale ma questi resistette a ogni tortura. Alla fine il Venceslao IV, stufo del continuo silenzio del prelato, lo fece gettare nella Moldava e lì accadde il miracolo: mentre il suo corpo affondava, dalle acque del fiume sorsero cinque stelle una per ogni lettera della parola ‘tacet’, cioè ‘silenzioso’, a memoria del silenzio che aveva portato il santo al martirio. E’ per questo che su ponte Carlo la statua del santo ha un’aureola con cinque stelle e che il punto dove è stato gettato nel fiume è segnato da una croce sormontata da cinque stelle.

Pare che sia realmente esistito un Giovanni Nepomuceno che fu torturato e poi gettato nel fiume nel 1393, ma le cause sono forse meno sante e più materiali, in quanto il Giovanni e il Venceslao stavano litigando sull’assegnazione di certe diocesi ma vabbè… anche le leggende hanno bisogno di una base da cui partire, no?

Comunque il culto di Giovanni cominciò quasi immediatamente e tempo dopo, in piena controriforma, i gesuiti aiutarono la sua diffusione e sostennero la canonizzazione del santo.

Ci volle un bel po’ di tempo per ottenerla ma quando la tomba del Giovanni, che si trovava già nella cattedrale di San Vito, fu aperta nel 1719, si dice che la lingua del santo fosse stata ritrovata incorrotta, anche se rinsecchita, e da lì la canonizzazione arrivò rapidamente nel 1729. Subito si procedette a rendere munifica la tomba del Santo, costruendo quest’altare che tra l’altro, con l’enorme buon gusto tipico di questo genere di reliquie, mostra la lingua incorrotta del santo su un bel piatto sorretto da putti.

A proposito di tombe celebri, potreste notare dietro l’altare che ce ne sono alcune e altre si trovano nella cripta che spesso non è visitabile. Sono le tombe dei sovrani boemi e tra gli altri figura pure il Carlo IV, ovviamente!

Un angelo sorregge la lingua incorrotta di San Giovanni Nepomuceno nella cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Angelo che indica la lingua incorrotta di San Giovanni Nepomuceno
Vetrata dei Santi Cirillo e Metodio pagata dalla Banka Slavie nella cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
La vetrata dei Santi Cirillo e Metodio dipinta da Mucha e pagata da Banka Slavie

Dove ti metto la pubblicità

La cattedrale è davvero grande e non possiamo raccontarvi proprio ogni dettaglio perché con tanti secoli di costruzione le storie che si sono accumulate sono davvero molte: campane magiche, fantasmi, tombe, alchimisti e magia! Possiamo però concludere la visita con una delle cose che noi amiamo di più: la vetrata dipinta da Alfons Mucha.

Il pittore, dopo essere diventato celebre a Parigi per i suoi cartelloni degli spettacoli di Sarah Bernhardt, era tornato in patria con la precisa intenzione di aiutare il miglioramento della neonata nazione Cecoslovacca.

Realizzò molte opere incentrate sulla storia del popolo slavo e nel 1930, accettò di realizzare una vetrata dedicata ai Santi Cirillo e Metodio che era destinata alla cattedrale di San Vito.

La vetrata è bellissima ma la particolarità è che sul fondo è ben visibile il nome del committente (la banca slavia) a mo’ di pubblicità!

La porta d’oro

Ora usciamo dalla cattedrale e andiamo verso la porta laterale, quella nota come ‘porta d’oro’.

La prima volta che la Kry visitò Praga quella porta era tutto meno che dorata ma oggi, dopo i restauri, è tornata al suo antico splendore e potete ammirare il mosaico del giudizio universale, una delle opere originali della prima fase di costruzione della cattedrale.

Non ricordiamo dove o perché, ma da qualche parte ci è rimasta attaccata la convinzione che alcune persone, che credono nel triangolo magico dell’esoterismo (una serie di tre città che compongono un triangolo i cui vertici sono posti particolarmente magici), individuino il vertice che si trova a Praga proprio in questa porta. Se qualcuno di voi si ricorda di questa particolarità e vuole raccontarci quella storia, ve ne saremmo grati!

Porta d'oro della cattedrale di San Vito al castello di Praga. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Porta d’oro della Cattedrale San Vito

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4 commenti

  1. Ma che sfiga immensa Reinhard Heydrich: si può dire che in fondo si era meritato questo destino? O sarà davvero la maledizione della corona che ha trovato un modo originale per sbarazzarsi di questo usurpatore?
    Magari quando andrò a Praga riuscirò a scoprire il mistero del triangolo magico dell’esoterismo – abitando vicino a Torino, altra città magica per eccellenza – magari la città sentirà qualche sorta di “influsso magico” 😉

    1. Oh, l’Heydrich lì, proprio un buon ragazzo non era… però la sfiga lo ha proprio puntato!
      Se scopri la cosa del triangolo fammela sapere perchè non me la ricordo proprio! Sono quasi sicura che i punti fossero la porta d’oro a Praga, Saint Sulpice a Parigi e… mi manca il punto in Italia! In effetti sono quasi certa che fosse Torino (ma non saprei il punto esatto)… eppure ho come una vocina che mi sussurra che anche Genova era tra le probabilità!

  2. Le vicende attorno al Vence mi hanno piegato 🤣 a un certo punto mi aspettavo uscisse fuori da un momento all’altro uno dei personaggi del mondo Disco di Pratchett!
    Non ho ancora visitato Praga ma quando metterò piede in San Vito sicuramente la vedrò con occhi diversi!

    1. Un personaggio del mondo disco c’era… era proprio lì TRA LE RIGHE, TUTTO MAIUSCOLO!🤣

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