Tutte le leggende di Ponte Carlo (Karlův most)
L’odiato Ponte Carlo
Finalmente siamo arrivati a parlare di Praga.
Ci sarebbe davvero tanto da dire su questa città, soprattutto perché siamo delle specie di enciclopedie ambulanti su Praga, visto che la Kry viene in visita, ossessivamente, quasi ogni anno dal lontano… ehm… diciamo solo che era il millennio scorso e che il muro di Berlino era caduto da poco…
Ovviamente ad un certo punto pure il Teo si è ritrovato trascinato a Praga ogni anno, costretto a seguire l’ossessione della Kry e forse anche un po’ una sua ossessione personale per il gulash all’ora di merenda.
Detto questo, è difficile per noi raccontare di Praga partendo da un punto preciso e senza trovarci effettivamente lì con voi, indicandovi ad ogni passo le mille storie e leggende che ammantano questa città, quindi di comune accordo abbiamo deciso di parlarvi di uno dei posti simbolo di Praga. Uno che ogni visitatore che si rispetti arriverà a odiare, a un certo punto: ponte Carlo.
Dovete sapere che questo ponte è… esasperante! E’ bellissimo, certo, ma dopo pochi giorni a Praga diventa quasi insopportabile perché, per qualche stranissima ragione, la vostra mente vi farà sempre pensare, quando dovrete attraversare la città da una riva all’altra della Moldava:
“Ma no, dai! Non prendo la metro/il tram/il taxi, tanto è appena di là dal ponte, vado a piedi che così vedo cose ed è più bello!”.
Alla quinta volta in un giorno che la vostra mente traditrice vi costringerà ad attraversare il ponte, comincerete a provare una certa irritazione che nei giorni seguenti diventerà esasperazione vera e propria… o almeno è quello che succede a noi!
A causa di questo amore/odio per Ponte Carlo, abbiamo deciso di partire a raccontarvi di Praga proprio da qui, anche perché le sue statue coinvolgono buona parte dei personaggi celebri che s’incontrano continuamente in città, quindi ci sembrava un buon modo per darvi una panoramica dei protagonisti di questa storia.
Sopravvivere alla Karlova
Diciamo, per comodità, che il vostro primo approccio al ponte avvenga partendo da Stare Mesto, la città vecchia dove si trova il famoso orologio astronomico e dalla cui piazza parte la Karlova, la via che porta al castello seguendo un itinerario così tortuoso che sembra tracciato da un ubriaco.

Un tempo la Karlova era la strada seguita dal corteo reale che accompagnava i sovrani alla loro incoronazione ma, oggi come oggi, è una trappola per turisti in cui però sembra quasi impossibile non finire, prima o dopo.
Se siete riusciti a resistere alla tentazione di comprare 20 calamite da frigo, un chilo di caramelle gommose, 4 gelati e 7 Trdelnik (un dolce a forma di grosso cannolo vuoto che una volta si trovava solo per Natale e che adesso tutti cercheranno di vendervi), un colbacco e 2 matrioske, arriverete in vista del ponte.
A questo punto dovrete affrontare il boss di fine livello, cioè una via gestita da un semaforo mangia-uomini (il verde dura pochissimo!) che tenterà di farvi investire o di farvi morire inciampando nelle rotaie del tram. Se riuscirete a sopravvivere, usando la folla di altri turisti come scudi umani, arriverete finalmente davanti alla torre che da accesso al ponte.
Da Krok a Carlo (passando per Libuše)
La torre fu cominciata quando Carlo IV era ancora in vita, quindi la sua statua, che si trova sulla facciata, dovrebbe avere le sue reali fattezze (più o meno). In realtà quasi tutte le statue che vedrete da qui in poi sono delle copie, perché gli originali li potete trovare in un apposito museo, il lapidarium.


Il Carlo IV comunque lo vedete sia sulla torre sia in un’altra statua alla vostra destra, in una specie di piazzetta davanti alla quale si trova anche il museo del ponte, che vi spiega per filo e per segno come si fa a costruire un enorme ponte di pietra che duri nei secoli. Se non v’interessa passiamo al Carlo IV, vero protagonista non solo di quest’articolo ma anche di questa città.
Carlo IV di Lussemburgo nacque nel 1316 proprio a Praga e alla nascita fu chiamato Venceslao, come il santo da cui si diceva discendesse per parte materna.
Le origini della famiglia di sua madre erano anche legate a filo doppio non solo al santo ma anche alla fondazione di Praga.
Leggenda vuole che anticamente la Boemia fosse una terra di gente semplice che era governata da un uomo saggio e mirabile di nome Krok, che però non aveva eredi maschi ma tre figlie, ognuna con particolari doti.
La più anziana era la guaritrice Kazi, la seconda la maga Teta e la più giovane la veggente Libuše.
Probabilmente a causa dei nomi non proprio felici, e delle conseguenti prese in giro da parte degli amichetti, Kazi e Teta, per quanto intelligenti, non crebbero esattamente come due persone equilibrate, quindi il padre scelse Libuše come sua erede. Una volta diventata regina, Libuše profetizzò la nascita di una grande città.
Nonostante le sue doti di veggente, Libuše era però invisa come regnante in quanto donna, così le fu chiesto di sposarsi. Lei, guidata dalle sue visioni, ordinò di liberare un cavallo a un incrocio e di seguirlo fino a mezzogiorno. A quell’ora avrebbero trovato, tra gli altri, un uomo che usava al meglio i suoi denti.
Tra un gruppo di contadini che a quell’ora stavano mangiando, trovarono un uomo, Přemysl, che stava invece segando un tronco, usando i denti metallici della sega per compiere la sua opera. Quando gli chiesero cosa stesse facendo lui rispose ‘Prah’, che significa ‘soglia’, perché stava effettivamente costruendo l’intelaiatura di una porta.


Přemysl fu condotto al castello di Libuše, che lo sposò e insieme con lui fondò Praga (in ceco Praha), una città che porta il nome di ‘soglia’ perché, al tempo, le porte d’ingresso delle case, per essere più facilmente difendibili, dovevano essere costruite molto basse, così che chiunque volesse entrare dovesse chinarsi, dando modo a chi si trovava all’interno di colpirlo alla testa con un mattarello, o altro oggetto contundente casuale, se fosse stato un malintenzionato. Secondo noi però quella stessa sorte valeva anche per i mariti che tornavano a casa ubriachi dopo essere stati con le amanti… ma quella è un’altra storia.
Comunque, poiché Libuše aveva profetizzato che un giorno tutti si sarebbero inchinati davanti alla grandezza della nuova città, il nome di ‘soglia’ era più che adeguato, visto che per attraversare una soglia tutti dovevano inchinarsi, fossero essi contadini, re o mariti infedeli.
Da quella lontana e mitica Libuše, e da suo marito Přemysl, discendevano sia San Venceslao sia Carlo IV, che, infatti, facevano parte della dinastia dei Přemyslidi.
Studiando aritmanzia
Con queste origini mitiche il Carlo, molto affezionato a Praga, elesse la città a capitale del Sacro Romano Impero, invitandovi artisti e costruttori che ci hanno lasciato alcuni dei più bei monumenti a tutt’oggi visitabili.
A parte questo ponte, il Carlo portò avanti la costruzione della cattedrale di San Vito, aggiunse sale al castello, ampliò la città aggiungendo quella che oggi è Nove Mesto (città nuova), creò l’università (che si chiama Karlova) e molte altre cose, di cui queste sono solo alcune tra le più famose…
Per costruire il ponte, il Carlo, che era un filo scaramantico, fece iniziare i lavori a un’ora e in un giorno particolare: per una serie di calcoli numerologici degni delle lezioni di Aritmanzia di Hogwarts, si dice che il Carlo posò la prima pietra il 5 luglio del 1357 alle 5.31 del mattino.
Questa cosa ha tutta una sua logica ‘magica&esoterica’ ma, poiché Aritmanzia la seguivano solo Hermione e il Carlo, noi non l’abbiamo capita tanto bene e ci limitiamo a dire che portava fortuna. Doveva essere pure vero perché il ponte è ancora lì!


Leggende minuto per minuto
Adesso inoltriamoci però sul ponte vero e proprio e cominciamo a guardare le numerose statue. La prima alla vostra sinistra è la statua di Sant’Ivo, patrono degli avvocati, raffigurato con ai suoi piedi una vedova con bambino che lo ringrazia per averla protetta… quello che però ci interessa è la mano protesa del santo.
Capita spesso che qualcuno, nottetempo, si arrampichi sulla statua per mettere un bicchiere di birra in quella mano e magari, vedendolo, potreste erroneamente pensare che sia una burla mentre è una ‘cosa seria’, perché se studi giurisprudenza a Praga e ti laurei (magari pure in corso!), una birra al tuo santo protettore non gliela vuoi offrire?
Adesso avanziamo fino al terzo pilastro del ponte e dirigiamoci sul lato destro, schivando bancarelle, musicanti e venditori di ogni tipo e magari pure tenendo d’occhio borsa e portafoglio che non si sa mai…
Qui c’è un crocefisso che non potete mancare perché c’è pure una grossa scritta dorata in ebraico che dovrebbe dire qualcosa tipo ‘santo, santo, santo è il signore degli eserciti’. Pare che la scritta dorata fosse stata pagata con la multa data a un tal Eliáš Backoffen, che era ebreo, per aver bestemmiato la croce.
Visto che questa cosa puzzava lontano un miglio di truffa, dal duemila la municipalità ha pensato bene di mettere una targa a mo’ di scuse, per spiegare che la multa era stata tutta un pretesto per ottenere la scritta aggratisssss… Qui ci sono voluti diversi secoli perché la città ammettesse di aver assegnato un’ammenda impropria, e voi vi lamentate che dopo soli otto mesi non si sa ancora niente della vostra contestazione per la multa all’autovelox in tangenziale sud?
Dopo il crocefisso restate sul lato destro del ponte, saltate una statua e arrivate ai Santi Cirillo e Metodio, i due che hanno evangelizzato le popolazioni slave e che quindi sono molto venerati. Noi un po’ li odiamo perché quel genio del Cirillo, non pago di insegnare il vangelo, si mise pure a insegnare alle popolazioni slave a scrivere. Non ci sarebbe stato niente di male se non per il fatto che il Cirillo era un bastiancontrario per natura e voleva fare tutto diverso dagli altri, così s’inventò l’alfabeto cirillico e da allora, in un sacco di posti nel mondo, quando noi cerchiamo di leggere una scritta, non capiamo una cippa… sgrunf…

Se avanzate sul ponte tenendo il lato destro fino al settimo pilastro, troverete tre santi in piedi che sembrano avere un po’ una scopa in cu… ehm… avete capito. Questo è il nostro primo approccio con San Venceslao (quello a sinistra che porta un vessillo), che prima di essere Santo era stato re di Boemia e che, qui intorno, continueremo a incontrare in ogni angolo di strada. In questa statua il Vence non è al centro della composizione solo perché il gruppo scultoreo è stato pagato dall’abate del monastero di Strahov (che dovreste davvero visitare perché merita!) e quindi il posto d’onore ce l’ha San Norberto, fondatore dell’ordine di cui fa parte il monastero.
Per rimanere in tema, San Venceslao bambino è anche il protagonista della statua successiva (sul lato sinistro), insieme alla nonna Ludmilla, che era ovviamente Santa quanto lui, avendolo allevato nella religione cristiana. Anche lei, come il nipote, la incontrerete un po’ ovunque in giro per Praga!
E ora arriva a uno dei protagonisti indiscussi del ponte: proprio in faccia alla Ludmilla, sul lato destro, ecco a voi il San Giovanni Nepomuceno!
Se vedete che davanti alla statua c’è ressa e tutti vogliono toccare la lastra di bronzo, non preoccupatevi, è normale: toccare si dice porti fortuna ed esaudisca un desiderio, quindi via! Tutti a toccare!



Allora, mentre c’è la fila per toccare la lastra, voi spostatevi un po’ più indietro, nel punto dove sul parapetto del ponte è stata messa una piccola grata, Lì troverete una croce arcivescovile con 5 stelle, nel punto esatto in cui si dice che il Santo fosse stato buttato nel fiume. Se toccate contemporaneamente le stelle (con un dito su ogni stella), tornerete a Praga entro l’anno.
Ora… qualcuno dice che è il contrario: la croce esaudisce i desideri e la lastra fa tornare a Praga. Noi tocchiamo sempre la croce e mai la lastra e torniamo ogni anno… boh? Nel dubbio toccate tutto e poi LAVATEVI LE MANI, perché lì hanno toccato TUTTI!!

Adesso via, avanziamo di due pilastri e cambiamo lato. Affacciandovi a guardare giù dal parapetto scoprirete che c’è una statua pure lì, sulla riva della Moldava.
Un tempo si trovava in questo punto la statua di Rolando perché, essendo Rolando (da noi Orlando) il campione di Carlo Magno e quindi dell’imperatore, al tempo una colonna di Rolando significava che la città godeva dei diritti e della libertà commerciale concessagli dall’impero.
La colonna fu pesantemente danneggiata, come molte delle statue, durante l’assedio della città da parte degli svedesi nel 1648, come ultimo atto della guerra dei trent’anni. Durante quest’assedio Praga e i suoi cittadini diedero man forte alle truppe imperiali per non far entrare gli avversari nella città vecchia, e il fronte della resistenza fu proprio su ponte Carlo che, ovviamente, subì pesanti danni.
Comunque, qualche secolo dopo, si decise di ripristinare la colonna ma a quel punto si era nel 1884, quando ormai serpeggiava un certo ideale romantico, così invece dell’ormai obsoleto Rolando si preferì mettere sulla colonna l’eroe leggendario Bruncvík.
A Bruncvík sono collegate molte leggende tra cui una narra che avesse una spada leggendaria che tagliava da sola la testa ai nemici. Una roba del genere farebbe comodo pure alla Kry così, in qualunque videogioco, non dovrebbe più imparare che tasti usare!
Alla fine Bruncvík, una volta tornato a casa e abbandonate le battaglie, si separò dalla sua spada magica e la seppellì in uno dei pilastri di Ponte Carlo, assicurando tutti che, se la sua patria ne avesse avuto bisogno, sarebbe comparso un eroe in grado di disseppellirla e poi impugnarla per difendere il regno (diventandone nel frattempo il re).
In seguito a questa storia ne nacque anche un’altra: un giorno il cavallo di San Venceslao si bloccò a metà del ponte e batté tre volte lo zoccolo in un punto preciso. Il re scese da cavallo e in quel punto rinvenne la spada di Bruncvík, con cui difese valorosamente la sua patria. Alla morte del re la spada tornò al suo posto, in attesa di essere estratta dal prossimo eroe.
E’ curioso notare che durante i lavori di sistemazione del ponte in seguito all’alluvione del 1890, fu davvero ritrovato uno spadone seppellito sotto il selciato… forse la leggenda era nata da un fatto reale… chissà!
Adesso però avanziamo ma, invece di guardare le statue del ponte, osserviamo le case che si trovano sull’isola di Kampa, alla nostra sinistra.

Ne noterete una con un balconcino sul quale si trova il dipinto di una madonnina, e ai cui lati sono appesi due cosi che sembrano dei mattarelli, mentre davanti potrete vedere delle lampade.
Leggenda vuole che la madonnina fosse stata posta su quel balcone da una lavandaia che aveva rischiato di perdere le mani nei rulli di stiratura, che però si erano miracolosamente bloccati proprio prima di ferirla irrimediabilmente grazie all’intercessione della Madonna.
I due mattarelli ai lati dell’effige dovrebbero essere i rulli che si erano inceppati per salvare la donna, a quanto si dice, ma la storia non finisce qui perché, per motivi che ci sono ignoti, c’è anche un’altra tetra leggenda legata a questo balcone: se passando all’altezza del lumino davanti alla Madonnina questo si spegnesse, al malcapitato passante resterebbe al massimo un anno di vita.
Conosciamo persone che passano correndo davanti al quel lumino per minimizzare i rischi ma… Hey! Un tempo quella lanterna era a olio o forse c’era una candela… oggi è elettrica e, a meno che non si fulmini la lampadina o non ci sia un blackout, difficilmente si spegnerà proprio mentre passate voi!
Non ci siamo dilungati nel raccontarvi le storie dei personaggi che abbiamo incontrato perché li troveremo di nuovo più volte nei prossimi articoli ma, per finire questa carrellata, date uno sguardo alla penultima statua del ponte sul lato destro. Quello è San Vito, il santo cui è intitolata la cattedrale e le cui guglie vedete svettare sulla collina al centro del castello.
L’ultima statua sul lato sinistro invece è, per la terza volta su questo ponte, quel ‘prezzemolino’ di San Venceslao.
Adesso lasciatevi il ponte alle spalle e avviatevi verso il castello, del quale vi parleremo nel prossimo articolo!

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Praga è una di quelle città che desidero visitare da tempo ma per un motivo o per l’altro non ci sono mai stata. Trovo qui tante informazioni utili, quando sarà il momento di andare tornerò a leggere i tuoi articoli!
Pra-ga! Pra-ga!
Sì, ho i pon-pon in mano e sto saltellando come la peggior cheerleader del mondo ma che ci vuoi fare? Sono una fan sfegatata!😍
Ho già capito che a Praga farò come voi e percorrerò cento volte il ponte Carlo per gli stessi motivi vostri… Ma direi che ne vale la pena! Sicuramente riuscirò a superare senza intoppi i venditori di calamite, colbacchi e mastrioske, ma non quelli di Trdelnik!
I Trdelnik non sono nemmeno dolci tipici ma questo non toglie che sono bbboooniii e vederli lì, tutti in fila che attendono con pazienza di essere comprati, è un po’ oltre le nostre possibilità di resistenza!😂