Carillon con i Jaquemarts Martin e Martine sull'Hotel de Ville (municipio) di Cambra in Francia. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.

Mentra a scuola dormivamo sui banchi…

Se per caso avete una vaga idea di dove si trovi Cambrai, allora può essere che siate tra i pochi che erano ancora svegli in quella noiosissima lezione di storia sulla Lega di Cambrai.

Il problema è che, sebbene questa Lega fosse argomento di orribili interrogazioni scolastiche e anche se era stata davvero formata da gente importante che si era incontrata in questo posto, quei fatti storici non riguardavano minimamente questa città, quindi i vostri ricordi scolastici in questo caso non saranno di aiuto.

Ora che abbiamo assodato questo fatto ricominciamo: Cambrai è una cittadina che si trova nella regione dell’Alta Francia, piuttosto vicina ai confini col Belgio e proprio questa vicinanza rese la storia di questa città più movimentata di altre.

Fin dall’anno mille Cambrai faceva parte dei territori del Sacro Romano Impero ma il suo territorio, invece di essere controllato da un nobile, era gestito da un vescovo e questa particolarità rese di fatto la regione del Cambrésis un principato ecclesiastico che durò per lungo tempo.

La porta Notre Dame è una delle vecchie porte di accesso alla città quando ancora Cambrai era circondata da mura
Una via del centro di Cambrai

Cambrai al tempo era anche una città molto ricca perché questa regione era famosa per i suoi tessuti di lana e di lino, oltre che per la batista che infatti, ancora oggi, in inglese è chiamata cambric, a ricordo della storica provenienza di questo tessuto.

Come ogni città ricca e di confine tutti la volevano e gli scontri per ottenere questo territorio furono molti, nel corso dei secoli, ma nessuno ebbe successo fino all’arrivo di quel bontempone del re Sole che quando si incaponiva su qualcosa insisteva fino a quando non riusciva a ottenerlo.

Il cigno di Cambrai

Cambrai divenne così territorio francese nel 1677 e il re, in tutta la sua benevolenza, appioppò il vescovado della città a tale Fénelon, un tizio che gli stava simpatico perché era il precettore di suo nipote e il ragazzo gli aveva detto che si divertiva molto a leggere i racconti che l’uomo scriveva apposta per lui.

Il Fénelon aveva infatti scritto un libro, intitolato “Le Avventure di Telemaco”, dove il giovane protagonista viaggiava per il mondo insieme al suo saggio precettore Mentore e, ogni volta che i due si trovavano in un nuovo paese, il saggio Mentore spiegava al suo protetto che errore stavano commettendo i governanti di quel posto.

La tomba di Fénelon nella cattedrale di Nostra Signora della Grazia
Portone principale alla barocca cattedrale di Nostra Signora della Grazia

A prima vista sembrerebbe una lettura educativa e adeguata per l’erede al trono di Francia, no? Ebbene, il parental control al tempo non funzionava ancora molto bene e, come sa ogni genitore, se anche solo una volta ti scordi di controllare con cosa gioca tuo figlio, ovviamente quella è la volta in cui succederà un casino.

Fu così che “Le avventure di Telemaco” cominciarono prima a diffondersi a corte e poi, senza l’autorizzazione del Fénelon, furono pubblicate e qualcuno cominciò a leggere con più attenzione tra le righe e a notare certe cose, come per esempio che il buon Mentore altri non era che Atena sotto mentite spoglie.

Sebbene questo cambio di genere potrebbe far sollevare sopracciglia ancora oggi, in un periodo molto più genderless, il problema del libro non era certo quello ma certe frasi del tipo:

 “tutti gli uomini, compreso il re, sono uguali per natura.”

Per chi non lo ricordasse il Luigi XIV era anche l’autoproclamato Re Sole, quello che diceva “Lo stato sono io”… capite bene che le due visioni erano un filo in contrasto e andò a finire che il buon precettore si ritrovò sfrattato da corte e buttato in strada da un giorno all’altro.

Il Fénelon però era davvero un brav’uomo, uno che pensava di dover vivere una vita modello per poter essere di ispirazione agli altri, così si ritirò nel suo vescovado di Cambrai e fece il possibile per rendere migliore la vita dei suoi cittadini, arrivando perfino a privarsi di tutto per sfamare l’esercito accampato in città durante la carestia del 1709.

Alla sua morte, ormai soprannominato “il cigno di Cambrai”, fu sepolto nella chiesa di Nostra Signora della Grazia e a tutt’oggi, per indicare un tutore o un saggio consigliere, continuiamo ad usare il nome del buon Mentore!

La meraviglia che non c’è più

Questo però succedeva ai tempi del Luigi XIV che, sebbene avesse un’alta stima di se stesso come re, aveva anche una visione chiara della Francia senza di lui, tanto da profetizzare che alla sua morte sarebbe stato “il diluvio” e, puntualmente, la disgrazia arrivò sotto forma della Rivoluzione Francese.

Sebbene i rivoluzionari si appoggiassero a nobili ideali e alle grandi idee illuministe, quel periodo di disordini portò con sé anche alcuni crimini che oggi possiamo tranquillamente, con il senno di poi, definire barbarici.

Uno di questi crimini fu la volontà di distruggere i simboli del potere ecclesiastico trasformando le cattedrali in templi della ragione o, nei casi peggiori, demolendole.

Ricostruzione della cattedrale di Notre Dame di Cambrai, detta “la meraviglia dei Paesi Bassi”
La chiesa di Saint Gery sorge di fronte al grande spiazzo dove un tempo si trovava la cattedrale di Notre Dame di Cambrai

Purtroppo Notre Dame de Cambrai rientrò nella seconda casistica e così se oggi vi dico “Reims” o “Chartres” è probabile che a voi vengano in mente le imponenti chiese di queste città, mentre se vi dico “Cambrai”… tut…tut…tut… linea vuota!

Eppure è proprio qui che sorgeva la grande cattedrale di Notre Dame che, con la sua guglia gotica traforata e alta ben 114 metri, era detta anche “La meraviglia dei paesi bassi”. I rivoluzionari purtroppo la diedero a un mercante che la distrusse per venderne le pietre come materiale da costruzione.

Oggi di quella costruzione non restano che i tanti documenti storici che attestavano la sua esistenza, qualche frammento recuperato in giro e un grande piazzale sul quale potete soffermarvi mentre contemplate quanto dovesse essere stata immensa e maestosa quell’opera.

Altre chiese della città, come quella di Nostra Signora della Grazia, dove è sepolto Fénelon, si salvarono proprio perché venne data la precedenza a smantellare quell’enorme pezzo di storia mentre altre, come la cappella dei Gesuiti (di cui potete leggere qui) divennero templi della ragione.

La barocca cappella dei gesuiti di Cambrai al tramonto

Purtroppo l’accanimento distruttivo sulla città di Cambrai non si limitò ai danni riportati durante la rivoluzione francese perché all’arrivo della prima guerra mondiale il suo ruolo di città di confine la mise di nuovo sulla linea dei combattimenti.

Fu allora che Cambrai ottenne un nuovo primato: quello di primo luogo al mondo dove avvenne un combattimento tra carri armati.

Di certo non un bel primato, tanto più che la città ne uscì dilaniata e distrutta, tanto che la maggior parte delle case del centro storico che potete vedere oggi sono ricostruzioni dei vecchi edifici e l’unica casa davvero antica rimasta in città è quella dove oggi è ospitato l’ufficio del turismo.

L’ufficio del turismo (a destra) è una delle case più antiche di Cambrai. A sinitra la cappella dei gesuiti.
Un pannello dell’orologio dell’hotel de ville (municipio) può essere spostato per ammirare il panorama sulla città
Il Beffroi di Cambrai protetto dall’UNESCO (foto da wikipedia)

Il beffroi protetto dall’UNESCO

Una delle cose che fu sempre ricostruita, nonostante la sfiga di questa città, fu il Beffroi che, se avete letto il nostro articolo su Bruges, saprete essere un campanile appartenente alla municipalità.

I Beffroi che si trovano tra il Belgio e la Francia, come questo, sono protetti dall’UNESCO non perché particolarmente antichi ma in quanto rappresentano il simbolo delle libertà cittadine che queste città erano riuscite a guadagnarsi.

Nel 1400 il beffroi di Cambrai era attaccato alla chiesa di San Martino e veniva presidiato da due tizi che noi chiameremmo campanari ma in realtà erano le sentinelle preposte a suonare le campane, a dare l’avviso in caso di attacchi e a segnalare l’apertura e la chiusura delle porte della città.

Questi due tizi venivano chiamati gallus e, sebbene si dessero il cambio, di fatto vivevano buona parte della loro vita nella torre dove, come forse potrete immaginare, non c’era un bagno. I gallus, incuranti di questa mancanza, si limitavano a farla giù dal campanile ma questo suscitò proteste da parte del parroco di San Martino che si ritrovava sempre il tetto della chiesa non esattamente profumato di viole e così, visto che il beffroi e i gallus erano di competenza del comune, il parroco chiese un risarcimento.

Non lo ottenne ma da allora è severamente vietato, per legge cittadina, farla fuori dal campanile. Siete avvisati!

Il beffroi che potete vedere oggi però non è più quello del 1400 perché la parte superiore è stata ricostruita nel settecento ed era di quell’epoca,  fino a un secolo fa, la sua campana. Dovete sapere che però, nel 1918, gli eserciti tedeschi in fuga da Cambrai smontarono la campana per portarla via e fonderla ma sebbene l’avessero lasciata cadere dalla torre fino a terra, quindi per più di cinquanta metri, questa non si ruppe.

Nonostante questo “miracolo” la campana fu comunque rapita e portata in Germania dove la fine della guerra ne impedì la fusione e così, nel 1919, tornò a casa e riprese il suo lavoro.

Si vede però che questo viaggio all’estero aveva dato alla campana la voglia di andare in pensione e così il caso volle che l’anno dopo, durante i festeggiamenti del 15 agosto, un bengala finisse sulla torre dandola alle fiamme. Si tentò per tutta la notte di spegnere l’incendio ma i getti d’acqua dei vigili del fuoco non arrivarono così in alto e, nel primo pomeriggio del giorno dopo, i sostegni della campana cedettero e questa si schiantò a terra crepandosi.

Martin e Martine sono i due Jaquemarts (automi giganti) che battono le ore sull’orologio dell’hotel de ville

I giganti Martine e Martin

I tedeschi in ritirata però non avevano rapito solo la campana del beffroi ma tutto quello che poteva essere fuso, compresi Martin e Martine, i due automi meccanici che rappresentano i giganti protettori della città e che si trovano sulla sommità della torre del municipio.

I giganti, figure a metà tra lo storico e il mitologico, sono una tradizione folkloristica che si trova in molte zone del nord della Francia. Questi due in particolare si dice fossero dei fabbri mori che si erano stabiliti in città e che avevano partecipato alla difesa di Cambrai a metà del  trecento.

Salone dei matrimoni all'hotel de ville (municipio) a Cambrai in Francia. Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.
Gli affresci Art Decò nel salone dei matrimoni dell’hotel de ville ci fanno sapere che “Cambrai ama le arti, la scienza, il lavoro e l’allegria”
Il carillon del municipio viene suonato tramite questo strumento… e anche noi abbiamo potuto provarlo!

Narra la leggenda che avessero colpito il comandante nemico in testa con i loro martelli, lasciandolo stordito e accecato perché l’elmo, a causa dell’impatto, gli era sceso a coprirgli gli occhi e così questi dovette fermare il combattimento e dichiarare la resa.

Un’altra leggenda dice invece che il moro si chiamasse Hakem e che si fosse innamorato di una giovane di Cambrai di nome Martine ma purtroppo, siccome erano di religioni diverse, invece di vivere per sempre felici e contenti furono incatenati e condannati a suonare le campane con un pesante maglio.

Un prelato che li vide si commosse e cercò di intercedere per ottenere la loro liberazione ma gli fu risposto che i due sfortunati sarebbero stati liberati solo quando fosse stato trovato qualcun altro per svolgere il loro lavoro. Fu così che il prete si impuntò e fece costruire gli automi di due mori da mettere al loro posto.

Una volta libero il buon Hakem cambiò nome in Martin, si convertì al cattolicesimo e sposò la sua Martine da cui ebbe molti figli che popolarono Cambrai.

Oltre a poter vedere i due automi sulla torre del municipio, se passerete per la città il 15 di agosto potrete anche ammirare i due giganti portati in processione per le vie cittadine durante un’allegra sfilata di carri.

I pasticci di Cambrai piacciono anche a Asterix!

Per concludere questo giro della città non possiamo non nominare le Bêtises di Cambrai, delle caramelle dure che sembrano davvero quelle che una nonna benintenzionata terrebbe in borsetta da distribuire ai nipoti.

Come riportato sulla scatola di caramelle che ci è stata regalata a Cambrai, che due secoli fa il giovane Emile Afchain era apprendista presso la pasticceria dei suoi genitori.

Un giorno Emile fece casino con la cottura del caramello e sua madre, piuttosto incazzata, lo redarguì dicendogli: “Sei un buono a nulla! Non fai altro che pasticci!”

Quel caramello troppo duro però si vendette benissimo e si continua a vendere ancora oggi, così le caramelle di Cambrai sono chiamate appunto Bêtises che in francese significa “pasticci”.

Queste caramelle sono così buone che addirittura Asterix e Obelix, nel loro “Giro della Gallia” sono andati a Cambrai per poterle mangiare e oggi, in giro per la città, potete trovare diverse installazioni a forma di caramella che sono state recentemente installate proprio per celebrare questa gloria locale.

16 commenti

  1. Ragazzi Prima di tutto complimenti per l’idea ” nuova” del tema trattato nel blog. Fumett, giochi di ruolo e Fantasy non sono proprio i miei asset, ma leggere la scoperta di un luogo con lo spirito da “ragazzino curioso” è stato un esercizio interessante.
    Conosco molto bene la Francia, parlo francese ma la zona di Nord Est mi rimane ancora da esplorare. Metterò sicuramente Cambrai nella lista delle città da vedere un pò perchè mi interessa conoscene la storia dei tessuti e un pò per fare scorta di Bêtises 😉 alla prossima

    1. I Bêtises per me sono droga e Cambrai è davvero carina! Io te la consiglio come un giro da un giorno da Lille!

  2. Effettivamente anche io non ricordavo Cambrai ma sembra una cittadina davvero carina, te l’ho detto un itinerario in quella zona al confine con il Belgio mi piacerebbe proprio farlo, poi se ci sono le caramelle di Asterix non si possono non assaggiare

    1. La zona merita davvero tantissimo e ci sono moltissime cose da vedere!

  3. Certo che li andate a scovare tutti i posti insoliti voi due! Mai sentito parlare di Cambai e dire che di storia me ne intendo, ma si vede che non basta! Un’odissea comunque, ci sarebbe sa scriverci un libro, oltre ad importare le caramelle!

    1. Non ho resistito… ne ho comprate un chilo su Amazon… ormai sono nel tunnel della caramella!! AIUTOOOOO!!!

  4. Che bella Cambrai! Non la conoscevo ma ora sono curiosissima di vederla dal vivo e di mangiare le caramelle!!!

    1. Sarà che a me le caramelle alla menta piacciono sempre tanto ma quelle di Cambrai mi hanno dato dipendenza, così ho dovuto comprarne UN CHILO online per non andare in astinenza!🤣

  5. Cambrai? Ripassato da poco interrogando mio figlio a storia… ma non ricordavo nulla prima, ovviamente! Sembra una cittadina da percorrere piacevolmente, anche per scoprire i vari stili che la caratterizzano. Interessante a tal proposito la foto con ufficio del turismo e cappella dei gesuiti a confronto!

    1. Il dramma del ripasso di storia ha colpito ancora!🤣
      Cambrai a mio parere è molto carina per una giornata nella zona ma è resa più interesssante dalle molte altre cose che si possono vedere e esplorare in questa zona che a noi è piaciuta molto, sia per ospitalità che per le sue bellezze.
      Credo che torneremo anche solo per aggiungere Lille al giro!

  6. Ammetto che non ne avevo mai sentito parlare fino ad ora, e non so se perché durante quella lezione dormivo, ma è stato un vero piacere scoprirlo grazie a questo articolo

  7. Effettivamente Cambrai mi sembra una meta niente male, così ricca di aneddoti e bellezze storiche e architettoniche. Non l’avevo mai presa in considerazione, ottimo spunto davvero.

  8. Ho dovuto leggere il tuo articolo per capire dove si trova Cambrai e ora sto cercando di capire come arrivarci per visitarla! Bellissimo articolo, davvero complimenti 🙂

    1. Ce l’ho! Ho online l’itinerario completo con tutti gli spostamenti… ma la sintesi è: aereoporto di Charleroi in Belgio e poi un’ora e mezzo di auto.
      In realtà è equidistante anche da Parigi ma noi abbiamo preferito atterrare in Belgio perchè speravamo di trovare meno traffico.

  9. Ma è davvero successo di tutto in questa cittadina di confine! Se so dove si trova, non è certo grazie alle lezioni di storia, ma grazie ai vostri articoli che riescono sempre a rendere interessanti anche i fatti storici meno noti. Ma soprattutto rendete umani i personaggi: la storia del povero Fénelon mi ha davvero commossa, come se fosse stato il mio precettore.
    Altro motivo per andare a Cambrai: le caramelle, ora sono curiosa di assaggiarle! Si trovano online?

    1. Maledette caramelle! Ora ne sono dipendente e sì, si trovano online ma te le fanno pagare come oro!
      Per Natale chiederò a tutti di comprarmi caramelle!

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