Il Panorama di Racławice e la sua storia
La nascita del panorama
Qualcuno potrebbe dirvi: “C’è un bel panorama a Breslavia!”
E voi, ingenuamente, potreste rispondere: “Davvero? Da dove?”
“Come da dove? In che senso?” Vi risponderebbe quella persona e voi, confusi, direste: “Da dove lo vedo questo panorama?”. Il vostro interlocutore a quel punto vi guarderebbe come se non foste in possesso di tutte le vostre facoltà mentali perché non c’è nessun “da” di cui parlare ma semplicemente un “dove”.
Quindi dove lo possiamo vedere questo panorama così bello? Ma in quel palazzo di Breslavia costruito appositamente per esporlo, ovvio!
Eh sì, perché la parola “panorama” non indica solamente una veduta ma anche un tipo di dipinto… e nemmeno il Teo che ha fatto l’artistico lo sapeva, così ci siamo informati su questa cosa e ora siamo pronti a spiegarvi il malinteso.
Tutto iniziò quando un giorno un tale di nome Robert Barker, professione pittore, decise di fare una passeggiata sulla collina che domina Edimburgo e, una volta in cima, considerò il paesaggio circostante e decise di riprodurlo in modo che chi guardasse la sua opera si sentisse davvero immerso in essa, come lui durante la sua escursione.
Per farlo cominciò a dipingere delle grandissime tele circolari al centro delle quali veniva poi posto lo spettatore, in modo che ovunque si girasse vedesse solo il… panorama, appunto!
Questo genere di pittura divenne in breve tempo amatissimo e i panorami furono considerati da tutti un grande intrattenimento grazie al fatto che erano davvero immersivi, come si ama dire oggi. In pratica erano l’antenato del cinema e della realtà virtuale tutto in uno e presto sorsero appositi palazzetti rotondi per contenerli.
Quando poi arrivò Napoleone sul palcoscenico politico europeo, i panorami divennero un mezzo di propaganda e da innocenti paesaggi cominciarono a illustrare le grandi battaglie, così il pubblico avrebbe potuto vederle e dire “OOOoooHHHH & AAAaaaahHHHhh” e applaudire questo o quel generale (ma soprattutto Napoleone) per le sue doti strategiche, di coraggio ecc… ecc…
E sapete qual era la cosa migliore di questo intrattenimento per grandi e piccini? Costava poco e tutti potevano permetterselo!

Il declino del panorama
Ma quindi questi panorami piacevano davvero a tutti? Ovviamente no! C’erano tante persone che li demonizzavano e credevano che fossero un’infima forma d’intrattenimento che potesse esistere sulla terra.
C’era chi pensava che il ritrovarsi immerso in uno scenario fittizio potesse essere dannoso perché lo spettatore non avrebbe più saputo dove si trovava in realtà, e quindi questo era percepito come un vero e proprio inganno o imbroglio, proprio come capita oggi per la realtà virtuale a ben vedere.
Altri invece, in particolare quelli che appartenevano alla corrente del romanticismo, pensavano fosse sbagliato rendere un paesaggio bellissimo e sublime, che solitamente era visibile solo a chi riusciva a raggiungerlo, una merce che poteva essere venduta per pochi spiccioli.
Non furono però le critiche a porre fine a questo tipo d’intrattenimento ma l’arrivo di altre creazioni che sollevarono la curiosità del pubblico, come i primi dispositivi del pre-cinema e successivamente il cinema vero e proprio.
Una volta che il pubblico perse interesse, verso l’inizio del millenovecento, i panorami scomparvero insieme ai padiglioni che li avevano ospitati, che furono spesso riutilizzati per altri scopi o smantellati.
Anche molte di queste tele panoramiche furono dimenticate e andarono perse, forse anche complice il fatto che molti artisti e critici non le consideravano arte ma intrattenimento o artigianato, e così oggi non sono più tanti i posti dove potete vedere un bel panorama!


Noi, che di tutto questo non sapevamo nulla, siamo arrivati a Breslavia e abbiamo deciso di visitare il “Panorama di Racławice” solo perché era indicato da Tripadvisor tra le maggiori attrazioni della città e, anche una volta che ci siamo ritrovati ‘immersi’ nel panorama, abbiamo solo pensato che questo posto fosse un unicum e non abbiamo sospettato nulla finché non abbiamo studiato meglio la questione in previsione di quest’articolo.
Il Panorama di Racławice è alto quindici metri e lungo centoventi e raffigura la battaglia da cui prende il nome, che fu combattuta durante l’insurrezione di Kościuszko e che ha una grande importanza simbolica per i polacchi.
Tadeusz Kościuszko
Per spiegarvi questa battaglia però, dobbiamo prima parlarvi di questo Tadeusz Kościuszko (che noi chiameremo Teddeo come quello dei Looney Tunes), uno che non è solo riconosciuto come eroe dai polacchi ma anche dai bielorussi, dai lituani e… dagli americani! Questo tizio in pratica era un eroe dei due mondi, come il nostrano Garibaldi!
Il Taddeo era nato nel 1746 da una famiglia squattrinata della piccola nobiltà lituana, anche se allora la distinzione tra lituani e polacchi era labile perché era dal tempo del matrimonio della regina Edvige con Ladislao II Jagellone (di cui vi parliamo nel nostro articolo su Cracovia) che i due territori erano più o meno considerati come uno solo.
Comunque questo ragazzo sarebbe pure stato propenso a studiare ma i soldi non c’erano, così si iscrisse all’accademia militare dove rimase anche dopo aver finito gli studi come istruttore, bighellonando in giro senza tanto badare a quello che succedeva nel mondo.
Nel frattempo uno dei suoi fratelli aveva ben pensato di mettersi dalla parte degli insorti che nel 1768 cercarono di deporre il re e, ovviamente, il Taddeo si sentì tirato in mezzo perché, sebbene da una parte credesse negli ideali dei rivoltosi, dall’altra faceva parte dell’esercito del re.

Non sapendo bene per chi parteggiare decise che, nel dubbio, la cosa più saggia fosse tagliare la corda e si mise il viaggio per Parigi, dove sperava di poter studiare all’accademia militare. Aveva fatto male i conti perché al suo arrivo in Francia gli fu detto, anche se forse con altre parole: “Col cavolo che insegniamo tecniche militari agli stranieri e forse futuri nemici!”, così lui ripiegò sull’accademia di cultura e scultura e tornò in patria solo quattro anni dopo, nel 1772.
A quel punto si sentiva ben preparato e gli sarebbe bastato che suo fratello maggiore, ed erede dei beni di famiglia, gli comprasse una commissione da ufficiale e la sua carriera militare sarebbe stata tutta rose e fiori.
Aveva di nuovo fatto i conti senza l’oste, come si suol dire, perché nel frattempo suo fratello aveva sperperato tutti i soldi e così Taddeo si ritrovò a dover dare lezioni private per campare… e qui iniziarono i veri problemi!
Trovò lavoro in fretta presso la famiglia dell’illustre e potente magnate Józef Sylwester Sosnowski che, guarda caso, aveva una figlia di nome Ludwika che era una bellezza.
Taddeo s’innamorò in un lampo e lei contraccambiò di tutto cuore, così i due decisero di intraprendere una romantica fuga d’amore. Avevano preparato tutto ma quando il Taddeo, furtivo come un’ombra e agile come una faina si presentò a casa della sua bella, pronto a rapirla e a partire all’avventura con lei, i servitori della famiglia, che proprio scemi non erano, si accorsero che c’era un tipo tutto strano che si aggirava con l’aria furtiva di un ippopotamo e l’agilità di un bradipo in coma postprandiale.


Ora dovete sapere che questi servitori erano molto devoti al magnate Sosnowski, che evidentemente li pagava bene, e di certo non volevano che la giovane e impressionabile Ludwika si facesse raggirare da uno sfigato come il Taddeus e quindi… lo gonfiarono come una zampogna.
Non solo la fuga d’amore fallì ma il padre della Ludwika venne a sapere dei loro piani e pensò bene di avvertire tutti di gonfiare il Taddeus a vista e lui, che era ancora tutto ammaccato dal primo pestaggio, pensò bene di tagliare di nuovo la corda e tornò a Parigi.
Probabilmente a causa di questo evento il Taddeo rispolverò la filosofia illuminista con cui era venuto in contatto anni prima e scoprì di essere davvero molto irritato con chi sosteneva le differenze di classe, soprattutto se a farlo erano ricchi magnati con servitori maneschi.
Quando Taddeo sentì dire che le colonie americane erano insorte e stavano cercando di ottenere l’indipendenza, lui era già tutto preso dai suoi nuovi ideali di libertà e uguaglianza e non ci pensò su nemmeno un momento prima di partire.
In America riuscì finalmente a fare il militare come aveva sempre voluto, combatté da nord a sud e conobbe gente famosa come i futuri presidenti George Washington e Thomas Jefferson e solo dopo sette anni di onorato servizio si accorse che… si erano scordati di pagarlo!


Gli ci volle un po’ per ottenere un compenso ma alla fine il Taddeo, ormai quasi quarantenne, nel 1784 tornò di nuovo in patria, giusto in tempo per vedere un cambiamento nella costituzione polacca che ora concedeva molto meno potere ai magnati, togliendo loro la possibilità di spadroneggiare in giro come avevano fatto fino a quel momento, arrivando anche a far pestare dai servi dei poveri innamorati innocenti.
A Taddeo questo cambiamento sembrò una buona cosa ma i magnati non erano per nulla favorevoli a questa svolta e chiesero l’aiuto di quel donnino di buon carattere della Zarina Caterina II che subito inviò un paio di messaggeri, scortati da un piccolo esercito di quasi centomila unità che sovrastava quello polacco di tre a uno.
Il Taddeo, che nel frattempo era diventato il secondo in comando dell’esercito polacco, combatté come un diavolo contro i russi e non perse mai nemmeno uno scontro ma il re Stanislao capitolò ugualmente e, dopo poco, la Polonia sparì dalle carte geografiche, completamente spartita tra Russia e Prussia. Taddeo a quel punto uscì di nuovo dal paese per cercare di organizzare una controffensiva, sperando di riuscire a ricostruire la sua patria in tempi brevi.
Il Taddeo tentò così quella che viene ricordata come l’Insurrezione di Kościuszko e durante la prima battaglia a Racławice ottenne una grande vittoria ma alla fine (Allerta spoiler!) il suo movimento, sia per mancanza di coesione che di mezzi e uomini, non riuscì nell’impresa e il Teddeo si rifugiò nuovamente negli Stati Uniti.


Il panorama di Racławice
La battaglia di Racławice però rimase nel cuore della gente, non solo perché i polacchi avevano vinto contro un esercito molto più potente ma anche perché il Taddeo, promuovendo le sue idee libertarie e promettendo di abolire le pesanti corvée dei contadini, aveva messo in campo chiunque avesse un’arma, dai militari agli uomini armati di falci o martelli, tutti pronti a combattere per la propria nazione.
Per il centenario di questa battaglia, che aveva continuato a rinfocolare l’animo e la voglia di libertà dei polacchi anche mentre la loro nazione non esisteva più sulle carte geografiche, si decise di proporla in un grande panorama durante l’Esposizione Nazionale Generale di Leopoli.
Lavorarono a questo progetto ben nove pittori e la monumentale opera finale mostra ancora oggi diversi dei momenti salienti della battaglia. Per dipingere in maniera realistica tutti i personaggi di questa immagine i pittori dovettero studiare sia il luogo dove avvennero i combattimenti, sia tutte le uniformi del tempo, per non parlare dello studio che fu necessario fare sulle luci per illuminare gli elementi reali posti in primo piano, in modo che si fondessero con la tela dipinta e aumentassero il realismo dell’opera.


Nel frattempo a Leopoli fu costruito un palazzo apposito per ospitare la tela e lì rimase dal 1894 al 1944, quando fu smontata per preservarla dai danni derivanti dai bombardamenti sovietici durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la guerra furono recuperate moltissime delle opere d’arte di Leopoli e il nuovo governo polacco decise di trasferirle a Breslavia, dove furono esposte tutte a parte il Panorama perché, nel nuovo clima politico, con la Polonia fermamente sotto il controllo dell’URSS, sembrava imbarazzante mostrare al mondo la grande tela dove i polacchi battevano i russi, così l’opera restò in magazzino.
Solo nel 1957 si decise di costruire un palazzo in cui esporla ma, anche in questo caso, le autorità erano titubanti e così i lavori di costruzione furono bloccati più volte e si protrassero nel tempo fino al 1980 quando, dopo gli scioperi che infiammarono la nazione e di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, si ritrovò la motivazione per esporre il Panorama.
Servirono altri cinque anni per restaurare completamente l’enorme tela e posizionarla nella sala a lei dedicata ma alla fine il Panorama di Racławice tornò a essere visibile al pubblico il 14 giugno del 1985 e, da allora, l’esposizione non è mai più stata chiusa.
Noi lo abbiamo visitato e siamo sicuri di aver provato la stessa meraviglia di chi lo ha visto più di un secolo fa, perché è davvero difficile capire dove finisce la tela e dove inizia le realtà e, ora che abbiamo scoperto che di questi Panorami ne sono esistiti tanti, anche se molti sono andati dispersi o sono stati sezionati, siamo davvero curiosi di andare a visitarne altri che ancora sono visibili in tutta la loro bellezza a 360 gradi!
Se non è questa un’esperienza immersiva non so cosa lo sia! Wow! Non pensavo che a Breslavia ci fosse così tanto da vedere né avevo mai sentito parlare di questa sorta di museo così particolare!
Noi ne siamo rimasti davvero affascinati, un po’ perchè non ce lo aspettavamo e un po’ perchè davvero non sapevamo che esistessero questi “panorami”