Arredi alla Residenz di Monaco di Baviera (Germania). Foto sul blog di viaggi Nerd in Spalla: viaggiatori poco seri.

Ludovico I di Baviera e l’invenzione dell’Oktoberfest

Matrimonio all’Oktoberfest

Siamo al terzo articolo (trovate i primi due articoli qui e qui) sulla Residenz di Monaco, la residenza principale della famiglia Wittelsbach, che ha governato per secoli la Baviera, quindi ci sembra giusto ricominciare adesso dal punto in cui ci siamo interrotti perché dobbiamo ancora parlare di uno dei regnanti che più di altri ha lasciato il segno in questo palazzo, Ludwig I, che per comodità chiameremo Ludovico.

Questo giovane rampollo della casata dei Wittelsbach era nato il 25 agosto del 1786, giorno di San Ludovico, ed è per questo motivo che gli era stato affibbiato questo nome. Il caso poi volle che pure suo nipote nascesse lo stesso giorno e così arrivò Ludwig II, ma quella è un’altra storia.

I Wittelsbach, per quanto governassero la Baviera fin dal 1180, non ne erano i regnanti perché questo territorio era considerato un Ducato e faceva parte del Sacro Romano Impero. Solo nel 1632 ottennero il titolo di principi elettori e poterono così affacciarsi alla politica internazionale.

Fu solo con Massimiliano I Giuseppe di Baviera, il padre del nostro Ludovico (che poi era quello che non voleva una statua da seduto), che questo territorio riuscì ad assurgere alla dignità di regno nel 1806, quando il nostro protagonista aveva già vent’anni.

A quel punto Ludovico divenne ufficialmente l’erede al trono di Baviera e subito gli si palesò la necessità di produrre una prole.

Ritratto di Ludovico I di Baviera – Joseph Karl Stieler
Ritratto di Teresa di Sassonia-Hildburghausen

Ludovico di certo non era contrario in quanto a lui le donne piacevano tanto! Proprio tanto! Il problema era che suo padre, per ottenere il regno, aveva pasticciato con Napoleone e aveva anche concesso in sposa la sorella di Ludovico, Augusta, a Eugène de Beauharnais, il figlio di primo letto di Giuseppina, la moglie di Napoleone.

Napoleone aveva, infatti, la malsana propensione a far sposare i suoi parenti con i suoi alleati ma a Ludovico, a cui il Bonaparte stava pure un po’ sulle palle, non andava a genio l’idea di sposarsi con una tizia a caso scelta da un francese, ritrovandosi magari con una moglie intrigante che avrebbe voluto mettere becco negli affari di stato. L’idea sconfinferava poco anche a suo padre che suggerì a Ludovico, buttandogliela lì:

“una certa principessa dell’Hildburghausen, gentile, gradevole e paziente, sarà un’eccellente sposa…”

Ludovico, che aveva orecchie per intendere, appena i genitori partirono per Parigi, probabilmente per trattare il suo matrimonio con Napoleone, si diresse rapidamente nell’Hildburghausen e lì s’innamorò perdutamente di Teresa e subito la chiese in moglie.

Teresa non era nemmeno la più bella delle giovani figlie della casata Wettin, ma lui si era incapricciato e la voleva sposare all’istante.

Non ci riuscì, sia perché lui era cattolico e lei protestante, sia perché il neonato regno di Baviera aveva bisogno di mostrare al mondo la sua gloria con delle nozze reali che fossero all’altezza di qualunque altro regno, così i due piccioncini dovettero aspettare ben dieci mesi per convolare a nozze.

Valse la pena aspettare perché il 12 ottobre 1810 tutto era pronto per il matrimonio reale. Il Ludovico e la Teresa si sposarono nella cappella della Residenz e dal giorno dopo cominciarono cinque giorni di festeggiamenti che coinvolsero tutto il regno.

L’ultimo giorno fu organizzata addirittura una corsa di cavalli che vide impegnati i fantini della guardia nazionale e alla fine, in un grande prato appena fuori dalle porte di Monaco, nove coppie di paesani nei loro costumi tradizionali resero omaggio ai reali sposi.

Da quel giorno, e ogni anno da allora, si tiene a Monaco una grande festa commemorativa che magari conoscete meglio con il nome di Oktoberfest… per fortuna che il matrimonio di questi due è stato rimandato perché altrimenti avremmo tutti sofferto molto di più, dovendo andare a bere birra all’aperto in gennaio!

Ma torniamo al Ludovico, che già durante questa serata di grandi festeggiamenti non raggiunse la moglie quando questa si ritirò per la notte… perché a quel punto lui dichiarò che non c’era più passione tra loro. Il Ludovico era così. Un giorno amava una tizia alla follia e il giorno dopo era già passato oltre.

Sebbene la Teresa facesse finta di niente, era difficile non notare che il marito cambiava amante insieme ai vestiti a ogni mutare di stagione, ma lei fece del suo meglio.

La spagnola d’irlanda

Insomma, a lui le donne piacevano proprio tutte, non andava mica per il sottile, e la Teresa continuò a supportarlo senza fare una piega finché non arrivò la Lola. 

La Lola Montez, nota come ‘la ballerina spagnola’, in realtà si chiamava Eliza Rosanna Gilbert ed era Irlandese. Almeno ballerina la era davvero e aveva inventato uno scandaloso ballo, detto ‘della tarantola’, che l’aveva resa celebre. A Monaco era arrivata dopo essersi fatta un paio di amanti celebri come Dumas (Figlio… quello de ‘La signora delle Camelie’) e il compositore Liszt.

A quel punto il Ludovico aveva ormai sessant’anni e uno penserebbe che il suo ardore si fosse un filino smorzato… e invece no!

Vide la Lola e se ne invaghì subito. Scrisse di lei anche agli amici, usando non troppo sottili metafore e dicendo cose del tipo: ‘lei ha riacceso il mio vulcano’ e altre amenità simili.

Ritratto di Lola Montez – Joseph Karl Stiele
Caricatura d’epoca del Ludovico e della Lola

La Teresa all’inizio non disse nulla come al solito, anche perché erano sposati da trentasei anni e ormai era abituata a questi suoi colpi di testa. Non disse niente nemmeno quando lui regalò alla Lola quarantamila fiorini mentre a lei ne dava dodicimila l’anno, però cominciò a trattarlo con freddezza, giusto per vedere se capiva l’antifona. Il Ludovico, che davanti alla Lola aveva dei momentanei black-out di buonsenso, non comprese il punto e superò il segno quando chiese alla Teresa di insignire l’amante con il Theresiaorden, che era l’ordine fondato da Teresa che dava una pensione alle giovani nobildonne nubili o vedove. Teresa si rifiutò categoricamente e smise di sostenere il marito, attirando su di sé le simpatie del popolo che non amava molto la nuova amante del re.

Come prendere in giro il re

Diciamoci la verità: i sudditi del Ludovico non erano mica scemi e si erano accorti che il re aveva una cotta da quindicenne. Quando la Lola diceva salta, lui saltava, e questo faceva ricadere su di lui un bel po’ di ridicolo che veniva accentuato nelle molte vignette, e da altre pubblicazioni, che giravano tra la popolazione (come quella qui a fianco).

A quel punto Ludovico aveva già fatto rifare le facciate della Residenz perché fossero somiglianti a quelle di Palazzo Pitti a Firenze, e davanti all’ingresso aveva fatto mettere quattro leoni che sorreggono ciascuno uno scudo con i simboli che rappresentano le virtù cardinali del buon governo: il sole per la giustizia e il giudizio ‘illuminato’, lo scudo per il coraggio di proteggere il popolo e i territori, le onde per rappresentare la temperanza e un orologio per la pazienza.

Questi leoni (in strada sono attualmente esposte delle repliche mentre gli originali si trovano all’interno) sono anche legati a una divertente storia su Ludovico e la Lola.

Vista l’antipatia del popolo per questa donna, uno studente si permise di scrivere un poemetto licenzioso su di lei e, invece di farlo circolare tra gli amici, lo affisse alla cancellata della Residenz.

Facciata della Residenz rifatta per assomigliare a Palazzo Pitti a Firenze

Il re si offese per conto della sua amante ed emise un mandato di cattura per lo sconosciuto scribacchino che, una volta saputo di essere diventato un ricercato per la sua poesiola, ne scrisse un’altra in cui si autodenunciava e di nuovo la affisse al cancello.

Mentre attaccava il secondo foglio, fu però sorpreso dalle guardie e prontamente arrestato e trascinato davanti al re che, inaspettatamente, lo prese in simpatia per il suo spirito e il suo ardore e non solo non lo fece sbattere in galera a vita, ma gli diede anche una ricompensa.

Con lo spavento che il giovane si era preso, ancora incredulo di essersela cavata, uscì dalla Residenz e, sentendosi le gambe molli, si appoggiò a uno dei leoni mentre la folla di curiosi che si era radunata in seguito al suo arresto lo festeggiava.

Da allora si dice che toccare i leoni porti fortuna e molti passanti si soffermano un attimo per accarezzare queste statue!

Leone con lo scudo col sole a simboleggiare la giustizia
Una della stanze affrescate con la saga dei Nibelunghi alla Residenz

Il mio regno per una Lola!

A questo punto avrete capito che il Ludovico provava una passione sfrenata per la sua Lola e, nonostante l’episodio con lo studente, si rifiutò di dare peso al malcontento popolare perché dopotutto lui era il re che aveva fatto di tutto per rendere grande e importante la Baviera!

Nella Residenz aveva creato tutta una nuova serie di sale in stile neoclassico mentre altre le aveva fatte affrescare con il ciclo dei Nibelunghi.

Dovete sapere che, a metà del settecento, questo ciclo di storie fantastiche era stato riscoperto e riscritto appositamente per esaltare il carattere germanico e incitare al nazionalismo tedesco.

Ludovico, che voleva dare una dignità nazionale al suo popolo (e magari espandere il suo regno su altre popolazioni di lingua tedesca), aveva aperto le sale dei Nibelunghi al pubblico per aumentare la diffusione di queste storie.

Non pago di questo, e in preda a una certa mania per il neoclassico e per il rinascimento italiano, aveva fatto costruire di fianco alla Residenz la Feldherrnhalle (loggia dei marescialli), una costruzione che ricorda da vicino la Loggia dei Lanzi di Firenze e che aveva il duplice scopo di dare un ordine agli assi stradali incasinati della città e di celebrare l’esercito Bavarese.

Con questa e altre imprese monumentali alle spalle (di cui parleremo in altri articoli) Ludovico si recò in parlamento e, sicuro della sua posizione, chiese che la Lola fosse naturalizzata per poterle assegnare un titolo nobiliare. In quel momento la maggioranza dei parlamentari erano cattolici conservatori che stavano cercando di togliere dalla costituzione i diritti garantiti ai protestanti, quindi alla proposta del re di naturalizzare una protestante gli risposero con una pernacchia.

Ludovico la prese male e fece eliminare dal parlamento tutti quelli che lo avevano avversato, inimicandosi così la popolazione che, durante i moti del 1848, chiese prima l’allontanamento della Lola e poi intimò al re di abdicare.

All’ultimo minuto, visto che la situazione si era fatta pesante, la Teresa tornò a sostenere il marito ma non servì a molto perché Ludovico perse il suo trono in favore del figlio Massimiliano e fu esiliato all’estero.

La migliore delle spose

Alla Teresa invece nessuno disse niente perché divenne automaticamente ‘regina madre’. Questa regina era diventata così brava a interpretare il clima del momento che addirittura uno dei suoi figli scrisse a un altro, parlando dell’abdicazione del padre: ‘Mi è superfluo scriverti che la nostra cara madre si porta a meraviglia in questi tempi così duri.’

la Feldherrnhalle costruita per ricordare la Loggia dei Lanzi a Firenze

Quando Teresa morì improvvisamente di colera, otto anni dopo, il Ludovico, che viveva tra Nizza e l’Italia continuando a inseguir gonnelle, scrisse al figlio: ‘Caro Ottone, hai perso la migliore delle madri ed io la migliore delle spose!’

Il fatto è che Ludovico diceva davvero, perché nonostante il suo non saper resistere al fascino femminile, aveva nel corso del tempo sempre dedicato sonetti innamorati alla sua Teresa e scrisse anche: ‘Ho perso il trono, genitori, e fratelli e sorella, ma niente è comparabile alla perdita della mia sposa!!’

A modo suo l’aveva amata comunque.

Il nostro giro della Residenz finisce qui ma al Ludovico ci siamo affezionati, quindi restate sintonizzati (e magari iscrivetevi alla nostra newsletter!) per altre mirabolanti storie sulle sue conquiste romantiche e sulle cose che è riuscito a fare tra un’amante e l’altra!

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